Il vitigno Barbera, a bacca nera, dal quale si ricava l’omonimo vino, è sicuramente il più diffuso in Piemonte, zona di origine e in generale in Italia, insieme al Sangiovese.
Secondo la tradizione piemontese viene indicato al femminile, quindi la Barbera. Tuttavia anche il maschile è ben accetto, essendo sottointeso il più delle volte il termine vino o vitigno.
Nella storia si trovano tracce di Barbera già nel XVII secolo, anche se rientra nell’elenco ufficiale dei vitigni piemontesi solo nel 1798.
Nel 1873, quasi un secolo dopo, si legge:
“È vitigno conosciutissimo ed una delle basi principali dei vini dell’Astigiano e del basso Monferrato, dove è indigeno e da lunghissimo tempo coltivato”.
Nel corso dell’800 e del 900 si diffonde rapidamente e anche il poeta Giosuè Carducci ne parla:
“Generosa Barbera.
Bevendola ci pare
d’esser soli in mare
sfidanti una bufera.”
Zona di produzione della Barbera
Il Piemonte è la zona di vocazione per eccellenza.
Lo ritroviamo anche altrove, in Lombardia, in particolare nella zona dell’Oltrepò Pavese, in Emilia Romagna e in Sardegna, nonché all’estero a seguito dell’emigrazione italiana, come in Argentina, ma anche in California e Uruguay.
In Piemonte la zona principale è il Monferrato che ha dato i natali alla Barbera, la provincia d’Asti e nelle Langhe.
Interessa circa il 35% dei 53 mila ettari coltivati della regione.
Raggiunge la sua massima espressione nella Barbera d’Asti, che ha ottenuto il riconoscimento della DOC nel 1970 e della DOCG nel 2008.
È un vitigno che riesce ad adattarsi facilmente, motivo per cui lo ritroviamo un po’ in giro per il mondo.
In Piemonte il mix di clima e terroir, con estati calde e inverni freddi, favorisce la coltivazione della vite, eliminando la possibilità di eventuali malattie.
Caratteristiche del vitigno Barbera
La foglia si presenta di media grandezza e di colore verde chiaro.
Il grappolo è medio e compatto mentre l’acino è di colore blu-nero, sottile ma consistente e ricco di zuccheri.
La maturazione dell’uva è abbastanza tardiva, solitamente nella prima decade di ottobre. Quindi avrà una vendemmia tardiva.
Dal vitigno si ottiene un vino robusto e ricco, anche se in passato era considerato soprattutto un vino da tavola, popolare oggi è riuscito a distinguersi grazie alle numerose eccellenze vitivinicole.
Di colore rosso rubino inteso e profumi di frutta rossa, fiori e spezie.
In bocca lo si riconosce dal sapore asciutto e dall’acidità e viene apprezzato proprio per questo motivo essendo anche la caratteristica principale che lo contraddistingue dall’altro suo fratello piemontese, il Nebbiolo, che è invece un vino ricco di tannini e poco acido.
Il Vino Barbera ha due DOCG
- Barbera d’Asti DOCG: il vino deve essere ottenuto dal vitigno Barbera dal 90% al 100%, con possibilità di assemblaggio di altri vitigni non aromatici per un massimo del 10%. Nella sua tipologia ‘Superiore’ prevede un affinamento di 12 mesi prima di essere commercializzato, di cui almeno 6 in botti di legno, seguiti da un periodo in bottiglia. Dal 2000 è possibile produrre Barbera d’Asti Superiore DOCG menzionando la sottozona di produzione in etichetta, quindi: Barbera d’Asti Superiore Nizza, Barbera d’Asti Superiore Tinella e Barbera d’Asti Superiore Colli Astiani. Si tratta di vini eleganti, corposi dal grado alcolico anche elevato;
- Barbera del Monferrato Superiore DOCG: in questo caso il disciplinare prevede un periodo di affinamento in botti di rovere e lo troviamo sia nella sua versione pura che in blend (massimo 15% di Freisa, Dolcetto o Grignolino).
E diverse DOC tra cui: Monferrato, Alba, Canavese.
I più venduti, in particolare all’estero, sono: la Barbera d’Asti e la Barbera d’Alba. Quest’ultima è una DOC prodotta in provincia di Cuneo. Le uve utilizzate sono almeno 85% Barbera e 15% massimo Nebbiolo.
Nella tipologia Superiore, richiede un affinamento minimo di 12 mesi a decorrere dal 1 novembre dell’anno della vendemmia, di cui 4 almeno in botti di legno.
Esistono anche Barbera vivaci, leggermente frizzanti.
Servizio e abbinamenti gastronomici della Barbera
È un vino che se consumato giovane va servito ad una temperatura di 15 gradi, se invecchiato e affinato in botti, la temperatura sale a 16-18 gradi.
È piacevolissimo da bere per cui lo possiamo degustare durante l’aperitivo accompagnando ad esempio un gustosisssimo vitello tonnato, ma anche con semplici taglieri di salumi.
Le Barbere ferme e più corpose sposano invece dei piatti decisamente più elaborati, come il risotto al tartufo, la selvaggina o la tartare di fassona con tartufo.
Curiosità
Elenchiamo di seguito alcuni vini di eccellenza secondo la classifica stilata da Vini Buoni d’Italia 2016, che hanno ricevuto oltre alle 4 stelle anche la corona della critica, del pubblico e la certificazione dell’ottimo rapporto qualità/prezzo:
– Barbera d’Alba doc Pian Romualdo 2012;
– Barbera d’Alba doc superiore 2012;
– Barbera d’Alba doc superiore 2013;
– Barbera d’Asti docg Bric dei banditi 2013;
– Barbera d’Asti docg La Tota 2013;
– Barbera d’Asti docg Nuj Suj 2013;
– Barbera d’Asti docg Sansebastiàn 2013.
Qualche giorno addietro, il 1 dicembre, è stata presentata la Barbera d’Asti DOCG annata 2016.
Durante la kermesse il professor Vincenzo Gerbi del DISAFA Università di Torino, tra i maggiori esperti di viticoltura ed enologia a livello nazionale, si è così espresso:
“Dopo 15 edizioni di Anteprima Barbera possiamo affermare come ormai la qualità assoluta di questo vino sia conclamata. Dobbiamo pertanto declinare ogni singola Barbera di ogni singolo produttore, indicandone le caratteristiche per la provenienza e per le sue peculiarità”.
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