NICOLA BIASI IL”VISIONARIO”
Per il suo Vin de la Neu e per i grandi risultati ottenuti nelle aziende dove lavora come consulente, Nicola Biasi ha avuto il grande riconoscimento come “Miglior Giovane Enologo d’Italia 2020”. Un riconoscimento che rappresenta per Nicola uno stimolo a rimboccarsi le maniche e fare sempre meglio. Originario di Cormons, in Friuli, e con un passaporto anche australiano dalla parte della famiglia, Nicola porta nel cuore lo spirito libero e tenace delle Dolomiti, in quel Trentino che è stata da sempre la casa dei suoi nonni e il suo rifugio e scuola di vita in estate. Una terra straordinaria e tenace che non ha mezze misure, una terra che ti guarda dall’alto per ricordarti con le sue montagne che se vuoi volare davvero devi imparare a familiarizzare col cielo. Una terra “ostile”, soprattutto per addomesticare la vite così come pensavano tutti fino a qualche anno fa, sbagliando. Perchè per fare cose grandi bisogna pensare in grande soprattutto bisogna non aver paura di credere che si può essere più forti e ostinati dei propri sogni e inseguirli con misurato entusiasmo e minuzioso studio, un pizzico di incoscienza e tanto amore e rispetto per la propria terra. Nicola Biasi è praticamente cresciuto col profumo del mosto che fermentava nei tini e dopo aver completato gli studi come enologo, ha cominciato a collezionare importanti esperienze in cantine di altissimo profilo. Cominciando con Jermann, Zuani della famiglia Felluga, poi Mazzei, Allegrini dove ha ricoperto il ruolo di capo enologo e amministratore delegato di San Polo, due periodi all’estero nell’australiana Victorian Alps di Gapsted e in Sud Africa da Bouchard Fialayson e tante altre fino a diventare ancora giovanissimo uno tra i migliori winemaker della sua generazione vincitore, nel 2015 del premio Next in Wine dei Preparatori d’Uva Simonit&Sirch un riconoscimento che viene assegnato ai giovani talenti della Vigna Italia che hanno dimostrato di aver svolto il proprio lavoro con sensibilità, innovazione e rispetto dell’ambiente. Merito della sua sete di conoscenza e studio, della sua voglia di superarsi sempre, apprendendo dai più grandi del settore, come Lanati, Antonini, Ferrini, Terzer, Cotarella, l’eccellenza della professionalità enologica in Italia. Il “gran salto” nella carriera di Biasi arriva però a fine 2015, quando ancora 34enne decide di lasciare il suo lavoro da dipendente per iniziare un’esperienza come enologo consulente tra Toscana, Lazio, Veneto, Friuli, Trentino e Georgia, diventando nel frattempo coordinatore del Wine Research Team che sotto la direzione di Cotarella e Scienza coinvolge 40 cantine italiane e straniere, con sperimentazioni e innovazioni come la produzione di vini senza solfiti aggiunti. È in questi anni che si inizia a concretizzare il sogno maturato anni fa quello di portare il vino ad alta quota lì dove nessuno avrebbe mai immaginato. Un sogno che gli è valso anche diversi tentativi di dissuasione da parte di quanti pensavano che quella fosse solo la follia di un giovane troppo entusiasta dei suoi anni e troppo poco esperto a navigare in un mare dalle acque profondissime. Nicola è rimasto col suo obiettivo sempre davanti pronto a navigarle quelle acque sconosciute e agitate cercando la rotta migliore che lo portasse alla meta. Una metafora marinaresca per raccontare una storia di montagna: infatti nel cuore delle Dolomiti a più di 800 metri di altezza Nicola riprendendo un sogno che era già di suo nonno ha portato la vite. In una zona dedicata quasi esclusivamente alla coltivazione della mela Golden Delicius lui ha ripreso quello che in passato era stato rifugio ideale per la vite e ha creato il Vin de la Neu. Un vino come racconta lo stesso Nicola “nasce in una zona in cui la salubrità dell’aria rende non solo più concreta la fattibilità di un progetto sperimentale con le nuove varietà resistenti ma crea nuove opportunità di praticare una viticoltura ed enologia veramente “sostenibili”, che in nessun modo disturbino l’equilibrio dell’ecosistema del vigneto. Lo studio delle varietà resistenti è senz’altro un importante passo avanti della viticoltura moderna infatti le caratteristiche agronomiche di queste tipologie sono ormai ampiamente riconosciute e segnano un passo promettente verso un maggiore rispetto dell’ambiente” risultati che daranno a Nicola ampi respiri di sperimentazioni e nuovi ed interessanti conquiste e riconoscimenti enologici.