Vino Vermentino - le origini e la storia

Appassionata di vino e Sommelier AIS, collaboro con la guida SLOW WINE. Curiosa e sempre alla ricerca di nuove cose da scoprire e condividere sull'affascinante mondo del vino.

Chi non conosce il vermentino?

Sulla sua origine ci sono pareri discordanti e per questo la sua storia affascina e incuriosisce.

C’è chi sostiene che le sue origini vadano ricercate in Spagna (dove oggi non è più presente) e che successivamente si sia diffuso in Provenza e da qui in Corsica, in Sardegna, in una ristretta zona della Toscana e infine in Liguria, dove la sua presenza è testimoniata fin dal ‘300 ed è considerata varietà autoctona.

Il vermentino rientra nella famiglia dei semiaromatici a bacca bianca; si trova particolarmente a proprio agio su terreni magri, aridi e sabbiosi; ama il sole, la buona ventilazione, i terreni vicino al mare e ricchi in minerali.

Tra i produttori c’è chi decide per una vendemmia precoce, a fine agosto, ma c’è anche chi invece opta per una surmaturazione e una raccolta più tardiva; questo consente al grappolo di far emergere le tipiche macchie di ruggine (dette “pigghe”) e i vini che ne derivano hanno un colore più caldo e uno spettro maggiormente complesso di aromi.

 

Vermentino a bacca bianca

A proposito di aromi, quali sono i profumi che possiamo ritrovare in questo vino?

A farla da padrone ci sono le tipiche erbe aromatiche della macchia mediterranea: l’alloro, la salvia e il rosmarino ma anche l’elicriso, un piccolo arbusto che, tramite lo stropicciamento delle sue foglie, sprigiona un delizioso sentore che ricorda la liquirizia.

Presenta anche piacevoli sentori floreali di tiglio e di gelsomino, di frutta a polpa bianca, pietra focaia e salsedine. Sul finale di bocca rilascia un leggero sentore di mandorla amara.

 

Forse non tutti sanno che il vermentino vanta anche una sua versione in nero!

 

Vermentino a bacca nera

 

Vitigno autoctono coltivato in una ristrettissima zona della Lunigiana, la regione che prende il nome dall’antica città di Luni e che si trova tra Liguria e Toscana, per alcuni il vermentino nero deriva da una mutazione genetica del vermentino a bacca bianca; per altri potrebbe essere una forma antecedente a quella bianca, ma nessuno è in grado di provare una tesi piuttosto di un’altra.

Di certo si sa che sia noto fin dall’epoca romana, ma che la sua coltivazione fu completamente abbandonata a metà del Novecento e poi riscoperta a metà degli anni ’80, grazie alla volontà di pochi ma appassionati viticoltori.

Si tratta di una varietà poco resistente alle principali malattie delle piante e che per questo motivo deve essere coltivata con particolare cura e attenzione.

Il vermentino nero oggi è diffuso su una superficie di pochissimi ettari ed è molto raro poterlo assaggiare vinificato in purezza.

In questi giorni ho avuto l’occasione (e la fortuna!) di degustare questo vino presso il Mercato dei vini della Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, www.fivi.it).

 

Vermentino Nero Terenzuola

 

Azienda Terenzuola

L’azienda Terenzuola, fondata nei primi anni ’30 da Luigi Giuliani e rilevata poi nel 1993 da Ivan Giuliani, ha i suoi vigneti in Lunigiana, al confine tra Liguria e Toscana; nei primi produce il bianco, negli altri il vermentino nero che cresce in vigneti situati a un’altezza ricompresa fra i 100 e i 350 metri sul livello del mare, caratterizzati da un terreno di natura scistosa.

Scopriamo assieme il Vermentino nero Toscana IGT 2016.

Non parliamo di un vino in purezza; il vermentino nero è presente all’85%, a cui si aggiunge un 15% di “vitigni raccomandati e autorizzati” (come è indicato nella sua scheda tecnica). Le uve provengono da una vendemmia tardiva (ottobre).

Nel bicchiere si presenta di un bel colore porpora, limpido e scattante. Bouquet incentrato su note floreali e di frutta fresca e croccante; al sorso è di corpo agile e snello, piacevolmente fresco, di grande bevibilità.

Un vino che incuriosisce e che si rivela una piacevole sorpresa, un vino di carattere!

Da gustare anche a temperature più basse abbinato, perché no?, a piatti a base di pesce della tradizione toscana.

Non posso non citare, infine, il Fosso di Corsano Colli di Luni Doc Vermentino Superiore (2016), un vermentino in purezza attraverso il quale ho avuto modo di conoscere la cantina Terenzuola, nel corso di una splendida serata di degustazione dedicata a questo affascinate vitigno.

 

Vermentino Nero Colli di Luni

 

Un vino dalla travolgente mineralità, che esprime in pieno il territorio della Lunigiana lambito dal mare.

Al naso è estroverso, ha un ampio e ben integrato bouquet in cui si riconoscono la frutta esotica matura, la susina, il fiore del tiglio, le erbe balsamiche e una sfumatura iodata.

Al sorso è morbido, avvolgente, di ottima freschezza e con una sapidità bene in evidenza. Il finale è persistente con ricordi di mela e mandorla. Perfetto se abbinato ad una ricca zuppa di pesce in bianco.

 

 

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Cin-Cin!

 

 

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