Recentemente ho avuto la fortuna di collaborare ad un progetto di recupero e valorizzazione di vitigni storici della Basilicata con Enti di Ricerca di Territorio.
E’ stato un triennio durante il quale il vino è stato al centro delle nostre giornate.
Ho avuto la fortuna di esplorare aree veramente inaccessibili della Basilicata alla ricerca di vecchi tralci di vite che spuntassero li dove qualche secolo fa trionfavano filari di viti ormai estirpate e dove ora la natura boschiva si è riappropriata del territorio.
Una fotografia sfocata di quella che doveva essere la biodiversità della vite in una regione che profuma di storia da tutti i pori, poi travolta dai secoli, dalla fillossera, dalla riforma fondiaria, da una gestione scriteriata del vivaismo che ha favorito principalmente i grandi vitigni internazionali quali Merlot, i Cabernet, i Pinot, Syrah che assicuravano produzioni standardizzate a discapito della tipicità potenziale di antiche varietà ormai adattate nei secoli alla variegata realtà pedo-climatica dell’intero territorio lucano.
La riuscita di un progetto si basa sulle capacità dei collaboratori tutti di lavorare in sinergia, anche a tavola.
Sì, perché spesso è proprio lì che ci si conosce meglio e si progettano le azioni da compiere.
Al di là degli egregi risultati conseguiti e pubblicati nel 2015 in un volume “Il progetto BASIVIN_SUD” per Adda Editore, Bari, quello che tuttora rimane è l’aver avuto l’opportunità di scoprire anche l’aspetto archeologico del vino nel territorio.
Tra i più antichi esempi di biotecnologie che l’uomo abbia messo a punto, forse per caso, ci sono appunto il pane, lo yogurt, i formaggi, la birra e il vino.
Ciò autorizza questi alimenti ad una dignità storica e come così l’uomo, anche essi sono evoluti nel tempo, basti pensare a come veniva ottenuto e consumato il vino nell’antica Roma o nell’Ellade rispetto ad oggi, argomento da approfondire quest’ultimo.
Durante i convivi, quindi, del gruppo operativo del progetto, il caro amico archeologo Dr. Stefano Del Lungo del CNR-IBAM, mi ha più volte letteralmente rapito con i suoi racconti storici ricchi di aneddoti legati al vino e commisti con personaggi mitologici narrati dai grandi poeti del passato.
Ho scoperto quanto il vino sia stato nei secoli come il cane per l’uomo: un compagno fedele.
Molti di questi aneddoti li ho riportati a mio fratello durante le nostre passeggiate serali estive sul lungomare di una nota località del Salento.
E da lì nacque l’idea di raccontare in un blog alcune di queste curiose storie, insieme a conoscenze generali su un prodotto, il vino, del quale credevo che molti aspetti produttivi e tecnologici fossero informazioni scontate per il consumatore medio.
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Cin-Cin!