Punta di diamante non solo della Regione Piemonte, ma dell’intera Italia, il Vino Barolo è fra i rossi italiani il più apprezzato e conosciuto nel mondo.
La sua storia risale già al 1600 quando i Reali di Casa Savoia bevevano e apprezzavano l’uva Nebbiolo, il vitigno che in purezza (100%) da vita al Vino Barolo.
Sarà più tardi, nel 1800, Camillo Benso Conte di Cavour ad introdurre un tipo di vinificazione innovativa per quei tempi che ha reso il Barolo il vino che conosciamo ancora oggi come: il Re dei Vini.
Le prime medaglie arrivano nel 1873 al Concorso di Vienna, confermando non solo le qualità organolettiche del vino ma anche la sua stessa capacità di adattarsi all’invecchiamento.
Il primo riconoscimento avviene nel 1966 con la DOC e successivamente ottiene la DOCG, nel 1980.
Sempre nel 1900 Pavese scrive:
“Tre nasi son quel che ci vuole per bere il Barolo”. (Il Compagno, 1947)
Dove si produce il Vino Barolo
La provincia di Cuneo è la zona di produzione del Vino Barolo.
La delimitazione della zona risale al 31 agosto 1933 e i territori compresi sono: Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba e parte dei comuni di: La Morra, Monforte d’Alba, Roddi, Verduno, Cherasco, Diano d’Alba, Novello, Grinzane Cavour.
Il territorio delle Langhe, da ‘Langues’ ovvero lingue di terra che si intrecciano cambiando colori nelle diverse stagioni, offre suggestivi panorami, itinerari di colline dalle quali si affacciano imponenti castelli medioevali, tra i quali quello appunto di Barolo, che ha dato nome al vino.
Sono 1800 gli ettari destinati alla coltivazione delle uve per produrre il vino Barolo e, la cittadina di La Marra vanta la maggior estensione, ben 450 ettari (si stima una produzione di circa 11 milioni di bottiglie l’anno).
Le caratteristiche climatiche del terroir rendono unica la coltivazione del Nebbiolo sommandosi alla conformazione particolare del terreno, in parte calcareo-argilloso, in parte sabbioso di tipo tortoriano, in grado di trasmettere struttura e profumi unici al vino.
Vitigno utilizzato e tecniche di produzione
Il Nebbiolo è il vitigno esclusivo per produrre vino Barolo.
È uno dei vitigni più pregiati al mondo, autoctono del Piemonte.
Il suo nome rimanda a due caratteristiche proprie dell’uva.
Da un lato si tratta di un vitigno che matura tardi, di solito intorno alla metà di ottobre. Si dice che la vendemmia si effettua quando compaiono le prime nebbie autunnali.
Dall’altro, le bucce dell’uva sono solite essere ricoperte dalla pruina, una sostanza naturale che sembra “annebbi” il colore intenso dei grappoli.
Lampia, Michet e Rosé sono le tre varietà del Nebbiolo, anche se è la prima di queste ad essere utilizzata maggiormente per la produzione.
Da disciplinare la resa massima delle uve deve essere di 80 quintali per ettaro e la resa di vino non deve superare il 70%, mentre dopo il periodo di invecchiamento non deve essere superiore al 65%.
Una volta raccolta, l’uva viene pigiata e diraspata in maniera delicata per estrarre la buccia.
La fermentazione avviene in vasche ad una temperatura controllata e la macerazione delle bucce dura circa 8 giorni.
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Quando tutto lo zucchero si è trasformato in alcol avviene la svinatura.
Per definirsi Barolo il vino deve invecchiare almeno 38 mesi a decorrere dal 1° novembre dell’anno di raccolta delle uve, dapprima in piccole botti di rovere, in seguito nelle tradizionali botti di grandi dimensioni di rovere di Slavonia.
Completa l’affinamento in bottiglia per alcuni mesi e poi viene messo in commercio.
Inutile dire che le diverse operazioni di vinificazione, invecchiamento, affinamento e imbottigliamento devono avvenire nella zona vocata DOCG.
Per la menzione Riserva, il vincolo di invecchiamento viene elevato a cinque anni.
È risaputo in generale che il Vino Barolo è particolarmente indicato all’invecchiamento e la sua maturazione può anche durare 20 anni.
Caratteristiche organolettiche del Vino Barolo
Il colore che lo contraddistingue è il rubino trasparente e con l’invecchiamento tende all’aranciato.
Il profumo è intenso grazie alla maturazione in legno e il bouquet pieno di frutti rossi anche se ritroviamo dei sentori più floreali e fruttati nei vini giovani, mentre in quelli più maturi prevalgono le note speziate come cannella e vaniglia.
Al palato si presenta abbastanza duro, ma elegante e misurato, grazie alla struttura donata dai tannini, dal retrogusto caldo e imperioso.
Prima di essere immesso sul mercato il vino Barolo deve superare una prova di degustazione effettuata da esperti nominati dal Ministero dell’Agricoltura per poter ottenere in etichetta la dicitura DOCG.
La gradazione minima è 13% è infatti un vino abbastanza forte.
Proprio per migliorare ancor di più le caratteristiche organolettiche è consentita una miscelazione con altre annate, senza superare la soglia del 15%.
Vino Barolo: come servirlo e degustarlo
La temperatura di servizio ideale è intorno ai 18°- 20°.
Il bicchiere adatto non poteva che essere chiamato ‘Piemonte’, ovvero un bicchiere capiente e panciuto, con uno stelo lungo.
Essendo un vino corposo e strutturato accompagna piatti altrettanto complessi.
Ad esempio ottimo se servito con piatti a base di carne, arrosti, brasati e selvaggina ma accompagna bene anche i taglieri di formaggi stagionati, a pasta dura ma non piccanti.
Infine può essere abbinato piacevolmente anche con piatti tartufati e dolci quali la pasticceria secca, paste di meliga, tipici dolci piemontesi, cioccolato amaro.
Non dimentichiamo inoltre i piatti che usano il barolo come ingrediente, come il risotto al barolo o l’anguilla o ancora il Brasato al Barolo.
Per degustarlo al meglio suggeriamo la ‘Strada del Barolo’, direttamente nella sua terra assaporando le diversità dei produttori locali.
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Curiosità sul Vino Barolo
Esiste un tipo particolare di Barolo detto Chinato, è un vino aromatizzato, dove viene aggiunto dello zucchero, dell’alcol e delle erbe aromatiche, come il rabarbaro e la china calissaia.
Il farmacista Cappellano, verso la fine del 1800, iniziò la produzione di questo tipo di vino, noto per le sue proprietà curative, in particolare contro il raffreddore e la cattiva digestione.
Ancora oggi viene apprezzato dopo i pasti per concludere nel migliore dei modi la tavola.
Oltre al Barolo Chinato vi è anche una grappa di Barolo dal sapore particolarmente intenso.
Viene lasciato invecchiare almeno tre anni in botti di rovere per poi assumere un colore giallo paglierino.
La gradazione di questo distillato è intorno ai 45°.v
Per un regalo di un certo spessore piuttosto che per viziarsi con un ottimo vino ci sono delle annate considerate eccellenti.
È il caso delle seguenti: 1947, 1971, 1982, 1990, 1997, 1999, 2001e 2004.
I Barolo Boys
L’ultima curiosità riguarda i ‘Barolo Boys’.
Il vino non è fatto solo da ottimi vigneti e terroir ma anche da uomini. I Barolo Boys erano i giovani produttori degli anni ottanta che avevano idee più innovative in materia di enologia e si contrapponevano ad una visione più tradizionalista dei viticoltori della zona.
Molti nomi legati al Barolo sono oggi veri e propri brand di fama internazionale.
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