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Esperta di internazionalizzazione d'impresa e di Paesi lusofoni. Social media manager e web content. Eclettica, appassionata di viaggi, sempre alla scoperta di nuove esperienze.

Forse un po’ azzardato come titolo o un po’ provocatorio, visto che il primato lo detiene sempre il vecchio mondo, ma il vino argentino non è da sottovalutare e anzi è in grande ascesa sul mercato internazionale.

E possiamo affermare, elogiando il nostro bel paese, che un po’ del merito del successo del vino argentino va all’emigrazione italiana, in particolare di origine piemontese.

Gli italiani si stabilirono nella regione di Mendoza continuando a fare ciò che sapevano fare meglio: il vino.

Storia del Vino Argentino

La storia del vino argentino inizia circa nel XVI secolo con l’arrivo dei colonizzatori spagnoli e l’introduzione della vitis vinifera.

Il consumo di vino era destinato principalmente all’uso durante la la celebrazione della Messa.

Si trattava ancora di tecniche rudimentali e dobbiamo aspettare gli immigrati europei per un cambio radicale nella coltivazione dell’uva e nella produzione.

Verso la metà dell’800 arrivarono i primi vitigni Malbec. Le uniche uve coltivate in precedenza erano le criollas.

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Era il periodo della filossera in Europa e il vitigno Malbec fu trapiantato in Sudamerica grazie soprattutto all’agronomo francese Pouget, per prevenirne l’estinzione.

Ben presto nacque la prima scuola specializzata nel settore agricolo per diffondere le tecniche e le conoscenze relative alla coltivazione dei vitigni.

Mendoza presto guadagnò la fama di regione vinicola d’eccellenza aiutata tra l’altro dal completamento della linea ferroviaria, nel 1885, che univa Buenos Aires con le province di Cuyo, tra cui Mendoza appunto.

 

 

Zone di produzione

L’estensione del territorio vinicolo argentino supera i 210 mila ettari e sono presenti circa 26 mila aziende, che producono ogni anno oltre 15 milioni di ettolitri di vino.

Il territorio è estremamente favorevole, il clima continentale e semi arido consente una buona produzione, senza l’uso eccessivo di trattamenti.

Inoltre l’abbondanza di acque pure provenienti dalla neve delle Ande costituisce un vantaggio per ogni tipo di coltura.

Le principali zone vinicole sono situate tra i 300 e i 2000 metri al di sopra del livello del mare, si tratta dei vigneti fra i più alti del mondo.

Una buona ventilazione e un’escursione termica tra il giorno e la notte (a volte anche di 20 gradi) favoriscono lo sviluppo delle uve proteggendole da eventuali malattie.

Sono 7 le zone vocate alla coltivazione dell’uva che si distinguono per qualità:

  • Salta: regione situata all’estremo nord del paese. I vitigni si trovano a partire dei 1500 metri al disopra del livello del mare. Torrontés è il vigneto più diffuso e varietà emblematica dell’Argentina.
  • Catamarca: la regione è in fase di riscoperta, anche se storicamente è stata un’oasi per la coltivazione della vite. I vitigni più nobili della zona sono: Syrah, Cabernet Sauvignon, Malbec, Chardonnay e Cereza.vino argentino vigneti chardonnay
  • La Rioja: la zona ospita circa 7000 ettari di vigneti, in particolare Torrontés. Negli ultimi anni sono state coltivate altre varietà, come il Syrah. Molto famose e apprezzate anche le varietà aromatiche che beneficiano dell’elevata luminosità dell’area e dell’ampia escursione termica tra il giorno e la notte.
  • San Juan: è la seconda zona vinicola per produzione, dopo Mendoza. Qui si producono vini di alta qualità, soprattutto vini dolci, un blend di Moscatel de Alejandría, Torrontés, Chenin Blanc e Pedro Ximénez.
  • Mendoza: la più importante regione vinicola argentina, circa il 70% della produzione proviene da qui, considerata non a caso la capitale del vino argentino. È divisa in quattro sottozone: Zona Alta del fiume Mendoza, Valle de Uco, Zona Est e Zona Sud. Riconosciuta nel mondo per il suo famoso Malbec.
  • Neuquén: zona che ricade nella famosa Patagonia, nell’estremo sud dell’Argentina. Si produce un ottimo bianco, in particolare Chardonnay, Semillón e Sauvignon Blanc.
  • Rio Negro: regione vinicola più a sud del paese, anch’essa in Patagonia. Ottime condizioni soprattutto per la coltivazione del Merlot e del Pinot Noir.

Export e futuro del Vino Argentino

La qualità dei vini argentini è andata col tempo migliorando ed oggi possiamo affermare che oltre al Malbec che ha reso famosa l’Argentina in tutto il mondo, la produzione vanta anche degli ottimi Syrah, Cabernet Sauvignon e Merlot.

I rossi argentini giocano bene la partita con i rispettivi europei, tanto da vincere premi e riconoscimenti internazionali.

Anche se ha attraversato un 2016 nero per quanto riguarda la produzione vinicola, l’export dell’Argentina non ha subito pesanti variazioni perché in definitiva il paese non esporta molto.

In media esporta 2,5 milioni di ettolitri l’anno rispetto ad una produzione di circa 15-20 milioni di ettolitri.

Purtroppo la vendemmia dello scorso anno è stata per l’Argentina la peggiore degli ultimi 60 anni e subito il Cile ha pensato bene di inondare il mercato interno con del vino sfuso a basso costo.

Abbinamento vino-cibo

Un po’ banale ma bisogna dirlo, il vino argentino e in particolare il Malbec si abbina benissimo alle ottime grigliate di carne rossa argentina.

Nella sua giovinezza sposa meglio i salumi e gli intingoli di carne.

Invecchiato preferisce gli arrosti.

 

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Cin-Cin!

 

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