Quanti di noi riuscirebbero a riconoscere che il vino contenuto nella bottiglia è proprio quello riportato in etichetta?
Nel documentario Sour Grapes si parla di vini contraffatti venduti all’asta per migliaia di dollari, ma nel quotidiano quante bottiglie contraffatte alla portata delle nostre tasche potrebbero esserci in circolazione?
Rudy Kurniawan, per anni considerato uno dei più stimati esperti e collezionisti di vino francese negli Stati Uniti, è stato condannato a dieci anni di carcere da un tribunale federale di Manhattan per aver contraffatto e venduto per almeno otto anni false bottiglie di vino pregiato per milioni di dollari. Si tratta della più grande truffa della storia mai avvenuta in questo campo.
Kurniawan avrebbe usato la sua esperienza per mescolare vini economici per imitare il gusto, il colore e le caratteristiche di vini rari e costosi, versando poi queste miscele in bottiglie vuote di vini pregiati che acquistava o reperiva da ristoranti e altre fonti.
A queste bottiglie apponeva poi delle etichette contraffatte che creava personalmente, utilizzando scansioni digitali su cui apponeva l’annata, la firma del produttore e il numero seriale.
In tribunale sono state presentate come prove le foto del laboratorio di Rudy Kurniawan messo sotto sequestro dall’FBI nel marzo del 2012: si trova in California, dentro la casa dove l’uomo viveva e raccoglieva timbri, bottiglie e false etichette. Sono state determinanti le testimonianze di alcuni esperti e delle persone truffate (ricchi enofili e collezionisti). Prima della lettura della sentenza, il giudice ha chiesto a Kurniawan perché avesse fatto tutto questo. Ha risposto per lui il suo avvocato spiegando che il suo cliente proviene da una famiglia benestante e che non ha venduto i vini contraffatti per avidità.
Piuttosto voleva essere accettato e rispettato da un ristretto gruppo di appassionati di vino: «ha iniziato a comporre questi vini perché non riusciva più a trovarli per loro».
Grazie alle frodi, risulta comunque che Kurniawan abbia vissuto per anni nel lusso: tra il 2006 e il 2011 ha speso più di 16 milioni di dollari per capi di abbigliamento, viaggi e vino.
La storia di Rudy Kurniawan è stata raccontata in un lungo articolo del New York Times del 13 maggio 2012. Indonesiano e di famiglia benestante (la famiglia aveva un’impresa di distribuzuione della birra tra le più grandi del paese), Kurinawan si era trasferito in California a 16 anni con un visto per studenti. Nel 2001 iniziò a interessarsi di vini comprando bottiglie e diventò in poco tempo uno dei massimi esperti di vini Borgogna e un celebre collezionista: «Era diventato anche un degustatore di talento, con un palato raffinato e una memoria prodigiosa.
Una vera biblioteca del gusto», scrive il New York Times.
Anche a causa della sua intensa attività di compravendita i prezzi dei vini di annata aumentarono enormemente (una bottiglia di Domaine de la Romanée-Conti nel 1945 costava 2.600 dollari, nel 2011 ne venne battuta all’asta una per 124 mila dollari).
A un certo punto iniziarono a circolare molti sospetti circa alcuni dei vini che aveva accumulato e venduto. Alcuni collezionisti ed esperti riscontrarono delle “stranezze” durante alcune degustazioni; altri si accorsero che le etichette di diverse bottiglie di Borgogna che sarebbero state prodotte tra il 1959 e il 1971 presentavano ad esempio un accento che non compariva sulle bottiglie originali fino al 1976. Nell’aprile del 2008 il produttore Laurent Ponsot si presentò a un’asta che si teneva a New York. I suoi vini, forniti da Kurniawan, erano presenti in 22 lotti: tra questi c’era il Clos St. Denis, che era stato prodotto solo dal 1982, mentre erano in vendita annate anche del 1945 e del 1959. Nel marzo del 2009 venne intentata una causa civile contro Kurniawan. L’FBI intanto aveva scoperto che viveva negli Stati Uniti senza visto dal 2003. Kurniawan fu arrestato a marzo e incriminato a maggio.
http://www.sourgrapesfilm.com/
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