“Vini da Terre Estreme” vuole essere punto d’incontro con la migliore tradizione enoica “estrema” italiana, con un patrimonio di esperienza e radicamento al territorio che non ha eguali altrove.
Un patrimonio che, con tenacia, pochi e appassionati vignaioli continuano a salvaguardare, regalandoci ancora dei vini straordinari, rari, e soprattutto preziosi per il loro carattere unico.
Ed è questo che vogliono esprimere i vini estremi: la sapienza e l’esperienza di vignaioli che con passione e sacrificio lavorano in una continua sfida, che diventa eroica, verso una natura difficile, inospitale, esigente.
Da questo incontro-scontro nascono gemme rare, preziose, vini di alto valore, a volte ruvidi ma di forte carattere.
L’azienda Terre di Gaia
Allora conosci due ragazzi giovani e intraprendenti, Claudio e Debora dell’azienda Terre dei Gaia di Feltre, dove coltivano Bianchetta gentile di Fonzaso (bianca) e Pavana Nera (rossa).
Dalla “Bianchetta” producono due vini, il CILET un vino bianco fresco e uno spumante “charmat lungo” fresco, beverino, con buoni profumi.
Dalla “Pavana” invece il CRODE ROSSE vino rosso anche questo fresco, profumi fruttati e giustamente tannico.
Ovviamente solo vini con trattamenti biologici a base di rame e zolfo secondo i principi biodinamici di base, come il cornoletame e le fasi lunari.
Il principio da cui partono è che la pianta non deve fruttare per forza: la natura fa quel che può.
I vigneti sono posti su delle “rive” con pendenze del 30-40%. Ma la loro azienda è un’ecosistema integrato, dalle api per la produzione di miele sino all’allevamento di pecore.
Le Baite – Azienda di Viticoltura Biologica
Restando sempre in Veneto nella zona di Treviso, conosciamo Stefano, titolare dell’azienda Le Baite, viticoltura biologica dove i vigneti sono circondati da siepi che creano un effetto di barriera per i prodotti chimici dei campi limitrofi.
Questo microclima è un habitat naturale per gli insetti utili alle piante, inoltre le vigne sono trattate con prodotti di origine naturale quali propoli, rame, potassio da roccia, estratti vegetali.
L’uva, dopo essere stata raccolta a mano, viene lavorata nella cantina dell’Azienda entro 2/3 ore dalla vendemmia, dove i mosti fermentano a temperature controllate senza anidride solforosa.
Assaggiamo un CARMENERE rosso intenso, profumo leggermente erbaceo caratteristico, con sentori di confettura, gusto deciso e leggermente tannico. Uno CHARDONNAY molto elegante, dal gusto armonico, con profumi che ricordano la frutta matura.
L’enologia di Gaspare Buscemi
Ci spostiamo in Friuli, nello specifico a Cormons, da un maestro della viticoltura ed enologia, Gaspare Buscemi.
Si forma presso la scuola di enologia di Conegliano, ove risiedeva con la famiglia e, all’inizio della sua carriera lavorativa, collabora con diverse aziende vitivinicole del Friuli.
I suoi vini li definisce “Vini d’Artigianato” per essere stati prodotti senza ricorrere a sostanze estranee al patrimonio qualitativo delle uve e limitando o, più di recente, escludendo l’uso di anidride solforosa; insomma vini le cui caratteristiche non sono replicabili attraverso gli artifici industriali.
La volontà di Gaspare Buscemi è dimostrare che l’uva sana porta con se tutte le sostanze che permettono al vino di conservarsi nel tempo, senza dover fare ricorso all’anidride solforosa.
Così degustiamo OSSIDAZIONI ESTREME 1988 (Verduzzo Friulano) , bottiglie nate per caso, dimenticate in cantina, che il tempo ha trasformato in un interessante vino dal colore ambrato, con profumo di uvetta e caramello molto simile allo sherry, in bocca risultava ancora fresco e morbido ma con una componente alcolica bassa.
Vino interessante per come riusciva ancora ad esprimere vivacità nei colori e profumi.
VI.NI.CA – Vino da Agricoltura Sostenibile
Il nostro viaggio termina in Molise, nell’azienda VI.NI.CA. che sorge sulle colline di Ripalimosani, piccolo borgo a 630 metri slm a nord di Campobasso.
È nata qualche anno fa dove terre incolte ed abbandonate, vocate per un’agricoltura sostenibile e naturale, ritornano a dare i propri frutti.
Assieme alle viti, l’azienda coltiva oliveti ed ortaggi per una superficie totale di 220 ettari in conversione biologica.
L’azienda lavora con tecniche colturali conservative e soltanto con l’utilizzo di prodotti naturali sia in vigna che in cantina.
Le uve sono raccolte manualmente e le fermentazioni partono grazie ai lieviti indigeni presenti nella buccia dell’uva.
Non avviene nessun controllo spinto delle temperature, non si utilizzano prodotti per l’estrazione di aromi ne per chiarificare, e per mantenere nel vino tutte le caratteristiche che l’uva ha dato non eseguono alcuna filtrazione.
Degustiamo il Tintilia Lame del Sorbo (Tintilia in purezza) vino dal carattere fresco con note floreali e speziate.
Passiamo poi al Rosso Terre degli Osci (Aglianico e Tintilia) vino dal colore purpureo, tenace dalla grande struttura, la presenza dell’aglianico si fa sentire con i suoi tannini, smussati ed armonizzati dall’eleganza della Tintilia.
Un’ evento interessante che valorizza e mette in luce queste “piccole aziende eroiche”, sempre più convinti che ogni produttore che abbiamo conosciuto, con le sue storie e i suoi prodotti, ha aggiunto un tassello al puzzle della nostra esperienza e conoscenza del vino.
E non perdete il prossimo articolo che parlerà dei vini del COLLIO (Friuli Venezia Giulia)
A presto
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Cin-Cin!