Lieselehof - uno spumante come perla esotica del Trentino

Lettore, scrittore, assaggiatore, sperimentatore. Mi piace leggere, scrivere, parlare di cucina e naturalmente mangiare. Il vino è una parentesi felice. I noiosi degustano, i curiosi bevono, i cercatori riempiono il bicchiere di emozioni.

È quasi Natale.

Siamo tutti affaccendati nel sistemare i regali per amici e parenti.

Tra i prodotti che andranno per la maggiore, sicuramente gli alimenti e i vini.

Questa volta voglio suggerirvi un vino particolare.

L’incontro con questo straordinario nettare è stato del tutto casuale. Mi trovavo con un amico sommelier a Milano, mese di febbraio, temperatura bassa, pomeriggio tipicamente milanese: nebbia, zona centro a traffico limitato.

 

Cosa fare?

Perché non facciamo un salto a Live Wine?

Che cos’è Live wine?

È il salone internazionale del vino artigianale. Lo abbiamo scoperto per puro caso, grazie ad un consiglio su Twitter.

Il contesto è il palazzetto del ghiaccio. Gli espositori sono  dei piccoli artigiani del vino, sì perché se volete apprezzare un buon vino, dovete rivolgervi a loro.

Nessun prodotto industriale, nessuna grande catena di distribuzione, pochi mezzi per farsi pubblicità, un ambiente di nicchia.

Pubblico giovane, che ama informarsi sul vino biologico, su come viene prodotto; spazi ristretti, espositori che si accavallano.

Ma il Live Wine in realtà è uno scrigno.

Adesso è cresciuto di importanza ed ha il suo spazio sui social e su internet ma qualche anno fa , era considerato un evento per cultori veri del vino.

Tra i banchi e gli espositori provenienti da ogni parte d’Italia, due prodotti attirano la nostra attenzione: un vino particolare “l’Ansonico”(o Ansonaca), vitigno bianco, auto-prodotto sull’isola del Giglio.

Un potenziale straordinario.

Alla vista si presenta giallo verdolino con riflessi dorati, non filtrato, dal grado alcolico elevato, profumi tipicamente mediterranei dal fiore di zagara al fruttato intenso, erbaceo, fresco con una potente mineralità.

Se vi trovate sull’isola del Giglio, magari non in estate, verso il paesino di Giglio Castello, potete farvi servire questo vino, nella sua accezione più pura, cioè come prodotto del territorio, direttamente da un oste, in un bar.

L’effetto sarà quello di una brezza leggera al palato che si trasforma quasi in un vento Ghibli.

 

Il secondo prodotto d’eccellenza, introvabile, che ci capita di degustare è un Riesling, Markus Molitor, del 1985: una sorpresa infinita

Un vino carico, robusto, potente, minerale, sapido ma straordinariamente elegante che non perde neanche un giorno in qualità, profumi ed espressione, rispetto alla sua data di imbottigliamento.

Ma mentre ci avviamo alla conclusione della piacevolissima serata, ecco che verso l’uscita ci attende il vero coup de théâtre.

Ad attirare la nostra attenzione due giovanissimi gemelli: Maximilian e Julian, irriconoscibili, dall’accento marcatamente alto-atesino, con un sorriso stampato che ti apre il cuore, ti aspettano con i loro sorprendenti vini biologici, anzi hyperbio.

Incuriositi dallo sguardo ammaliante dei due giovani viticoltori e produttori, ci avviciniamo allo stand e ci lasciamo avvolgere dal piacevole assaggio di un prodotto dalle sconfinate potenzialità: il brut spumante Lieselehof.

 

Una piacevolezza ammiccante

Un perlage fine, delicato, quasi come fossero quelle scintille che a Natale siamo soliti far accendere ai bambini; un ingresso in bocca gentile che esplode in tutta la sua eleganza: viaggia il palato su nuvole esotiche.

Per il resto della descrizione, sul sito della famiglia Werner Morandell, troverete tutte le informazioni necessarie.

Quello che posso dirvi, è che ad occhi chiusi, vi sembrerà di degustare un Trento doc raffinatissimo, quasi una riserva del fondatore, con una persistenza nel palato, duratura.

Un vino giovane e brillante, piacevolmente sorprendente, frutto di un lavoro di conservazione e amore per la terra, che renderà il vostro viaggio brillantemente sostenibile.

 


 

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Cin-Cin!

 

 

 

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