Alla scoperta di Rovescala e dell’Oltrepò
Partiamo sempre dalla premessa che ho iniziato da poco a viaggiare e a scoprire le zone vitivinicole fuori dalla Toscana (fa sempre bene ricordarlo!).
Questo weekend grazie a Luca, Alessandro e a tutti i membri della Pro Loco di Rovescala ho avuto la fortuna di partecipare alla loro festa del Bonarda durante la manifestazione della Primavera dei Vini.
Come si svolge l’evento
Nella piazza al centro di Rovescala ci sarà una struttura al chiuso dove saranno presenti dei Banchi d’assaggio con oltre 100 etichette in degustazione gratuita previo acquisto del bicchiere di vetro €7.
Non solo vino infatti saranno presenti anche stand gastronomici con specialità della tradizione locale.
Con una bella giornata non potete farvi mancare le passeggiate guidate nel centro storico, tra i vigneti o al castello su prenotazione.
Per i più piccoli sono stati organizzati intrattenimenti e giochi in spazi adiacenti al locale di degustazione.
“Si, ma l’evento ormai è passato!” Invece no!
La Primavera dei Vini di Rovescala si svolgerà anche domenica 25 Marzo!
La mia esperienza alla scoperta di Rovescala e dei prodotti tipici dell’Oltrepò (specialmente del vino) è stata assolutamente positiva, ho imparato molto e degustato altrettanto bene.
Per cui se non volete perdere un’occasione per fare una piacevole “gita della domenica” provando attraverso le degustazioni i fantastici prodotti dell’Oltrepò vi consiglio di non mancare!
Per chi non conoscesse Rovescala
Rovescala è un piccolo paesino di poco più di 900 abitanti nella provincia di Pavia.
Poco distante dai colli pavesi troviamo già la provincia di Piacenza con altrettanti colli nei quali viene coltivato il vitigno di cui vi sto per parlare.
A Rovescala siamo nella patria della Croatina, il vitigno dal quale si ricava la Bonarda.
Il mio amico Luca del progetto di Bevi Oltrepò usa definire Rovescala come “Isola felice dell’Oltrepò, per paesaggio e produzione, una produzione storica e nobile di vino, una rilevanza paesaggistica notevole.”
Dopo esserci stato non posso che dargli ragione al 100%!
Patria della Croatina (e quindi della Bonarda) non solo per modo di dire ma perché risale agli atti notarili la sua coltivazione a Rovescala già negli anni del 1100.
La versione più diffusa di questo vino simbolo dell’Oltrepò si presenta frizzante e si abbina a piatti di salumi, bolliti, ma anche a paste con sughi o risotti.
Qui a Rovescala siamo però nel cuore della Bonarda ferma, che assaggiando le varie versioni dei produttori ho capito il perché ci stiano puntando sempre di più e con così tanta convinzione.
La Bonarda “giovane” si presenta generalmente fresca con una buona vena acida, un tannino ben presente e una vivacità che la rende perfetta da accompagnare anche a secondi di carne o a piatti più elaborati e decisi.
Quando viene però fatta invecchiare sprigiona tutte le sue potenzialità: diviene infatti strutturata, perfettamente equilibrata e con profumi di frutta matura che difficilmente ritroviamo in altri vitigni vinificati solo in acciaio o cemento.
Una delle cose che mi ha sorpreso di più nell’assaggiare questi vini? Il prezzo.
Hanno un rapporto qualità/prezzo eccezionale perché sono costretti purtroppo dalle regole del mercato e delle grandi aziende a vendere i loro vini migliori a prezzi ben inferiori di 15-20 euro per essere competitivi.
Un breve cenno ai vini che ho apprezzato particolarmente durante la manifestazione
Ciocchi Rosé : un buon equilibrio tra morbidezza e freschezza, particolare l’uso del Ciliegiolo nell’uvaggio con ottimi risultati.
Ciocchi Bonarda Riserva 2012: la vera espressione del potenziale della Croatina, frutta matura al naso ed equilibrio e struttura in bocca con un piacevole finale persistente.
Martilde Bonarda dell’Oltrepò Pavese 2014: piccoli frutti rossi al naso che aprono a un assaggio intenso e vivace tipico di questo vitigno.
Barbara Avellino 1948: derivante da una vigna impiantata proprio nel 1948; ottenuto da uve di Barbera, Croatina ed Uva Rara che vanno a comporre un perfetto mix per questo vino corposo ed equilibrato.
Agnes Millenium 2011: un’affascinante etichetta a tema storico che ricopre un’altra delle eccellenti espressioni del Bonarda che ho assaggiato a questa manifestazione.
Varese Pinot Spumante Brut: profumi floreali e fruttati fragranti aprono a un assaggio secco con una piacevole freschezza.
Dellafiore Bonarda dell’Oltrepò Pavese: un altro dei validissimi esempi della potenzialità di invecchiamento della Bonarda, complesso e armonico.
Buscaglia Doss 2011: profumi di confetture che unite a un assaggio elegante e bilanciato rendono questo un signor vino ottenuto da uve di Nebbiolo.
Fornace Petraja Riva Longa: Croatina dolce per un vino come piace a me, morbido ma con una vena acida sul finale che ne permette facilmente di berne altri sorsi.
Voglio far nota inoltre di un amaro provato dalla distilleria Arco di Battista, uno dei più buoni assaggiati finora e che ha alle spalle una storia di “lotta” contro i grandi marchi che cercavano di comprarne la ricetta.
Da ammirare veramente la convinzione con cui queste persone credono nella tradizione e nel proprio lavoro.
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Cin-Cin!