Parlando del Brunello di Montalcino, ci riferiamo ad un marchio fra i più conosciuti al mondo, oltrechè ad un vino rosso di grande pregio.
Sebbene in epoca recente sia stata riconosciuta la denominazione Brunello di Montalcino e, in particolare, nel 1865 quando venne presentata in Italia e all’estero la prima bottiglia, la zona vocata a questa produzione è famosa per il suo buon vino già dal Medioevo, dove il vino più apprezzato nella zona all’epoca era il Moscadello di Montalcino, un bianco dolce e piacevole.
Sarà soltanto Clemente Santi, farmacista e appassionato di viticoltura, verso la metà dell’Ottocento, ad iniziare la produzione del rosso, mentre solo durante gli anni novanta Montalcino otterrà la consacrazione quale zona universalmente conosciuta.
Oggi il Brunello di Montalcino è conosciuto in tutto il mondo, sia per la fama dovuta alla grande qualità delle sue annate, sia anche al paese di Montalcino, splendido borgo dove è possibile fermarsi e sorseggiare un buon bicchiere di Brunello in una delle molte enoteche presenti (se vi capita di passare lungo Via Mazzini, il corso principale, sarà possibile trovare l’enoteca più conosciuta di Montalcino, gestita dalla Famiglia Padelletti, una delle più conosciute della zona).
Se vi capita di poter organizzare una gita nel borgo di Montalcino, vi consigliamo di sfruttare l’occasione che si presenta annualmente con l’evento “Benvenuto Brunello” nel quale, presso i chiostri del Complesso di Sant’Agostino, si presenta al pubblico l’annata risalente a 5 anni prima (il tempo minimo che serve per poter avere una bottiglia che può essere messa in commercio con la denominazione “Brunello di Montalcino”). Quest’anno, ad esempio, l’evento si è svolto tra il 15 ed il 18 Febbraio, quindi se siete interessati ad assistere alla prossima edizione vi sarà sufficiente tenervi informati visitando il sito del Consorzio del Brunello di Montalcino.
Brunello di Montalcino: cenni sulla Provenienza Geografica
A circa quaranta km a sud di Siena nella regione Toscana, si estende Montalcino, terra del Brunello. Il territorio di Montalcino, mediamente vasto, 243 km2, è costituito da differenti terreni, formatisi in ere geologiche diverse e a circa 120 metri al si sopra del livello del mare. Il vitigno intorno al borgo toscano da cui deriva il Brunello è il Sangiovese, per essere precisi il Sangiovese Grosso, considerato migliore, così detto per la buccia spessa e che per tal motivo prevede una macerazione più lunga, circa 20-30 giorni. Dal Sangiovese Piccolo ad esempio ne deriva il Morellino di Scansano.
Ma a cosa deve la sua fama? Per capirlo è giusto soffermarci su quali sono le caratteristiche organolettiche e altre curiosità legate a questo nobile vitigno.
Caratteristiche Organolettiche del Brunello
Il vitigno Sangiovese non è facile da coltivare e i vini prodotti con Sangiovese in purezza, come il Brunello di Montalcino, hanno una struttura elegante, una notevole acidità e un alto contenuto di tannini. In generale il colore che lo caratterizza è un rosso rubino trasparente e intenso.
Il Brunello è un vino per chi sa aspettare, infatti servono diversi anni perché possa maturare quel sapore e quegli aromi che lo contraddistinguono. Gli odori richiamano il geranio, le spezie e le ciliegie mentre il sapore è robusto e persistente.
Come già detto, il Brunello di Montalcino esige solo uve di Sangiovese e il processo di vinificazione deve essere molto attento ai dettami del Disciplinare per ricevere la sua denominazione. I parametri fissati sono i seguenti:
- Colore rubino intenso;
- Profumo caratteristico e intenso;
- Sapore caldo e un po’ tannico;
- Gradazione minima 12,5%;
- Acidità totale minima di 5 g/l;
- Estratto secco netto minimo 24 g/l.
Il periodo di affinamento sarà di almeno 2 anni in contenitori di rovere. L’imbottigliamento deve avvenire nel Comune di Montalcino in bottiglie di forma bordolese, di vetro scuro e tappo di sughero.
Solo dopo cinque anni la bottiglia sarà pronta per la vendita (sei se parliamo della Riserva) e chiaramente potrà ottenere la Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Brunello di Montalcino” solo dopo esser stata sottoposta a tutte le analisi chimiche e organolettiche del caso.
Ma non è tutto qui! Per far si che un vino possa fregiarsi della denominazione Brunello di Montalcino, è necessario che venga rispettata una rigida normativa.. nella fattispecie:
- i vigneti devono essere tutti situati in collina, ovviamente in una zona compresa all’interno dell’area limitrofa a Montalcino. Non sono, inoltre, considerati idonei quei vigneti che vengono impiantati ad un’altitudine di 600 metri s.l.m;
- i vigneti, inoltre, non possono essere impiantati in misura massiva. Si afferma che la densità di impianto non deve superare i circa 3000 ceppi per ettaro;
- il vigneto non può essere coltivato come meglio crediamo, ma bisogna sottostare a delle regole di allevamento e potatura antiche che si rifanno alla tradizione montalcinese, senza utilizzare alcun metodo atto a forzare la crescita dell’uva, la temperatura, l’umidità e la luminosità delle piante;
- anche i terreni che ospitano i vigneti devono possedere delle caratteristiche geologiche particolari (pensate che si specifica la necessità che essi risalgano ad un periodo compresto tra il cretaceo ed il pliocene, quindi antichissimo! Sembra che un terreno con tali caratteristiche possa avere la capacità di conferire all’uva che ne deriva delle qualità superiori rispetto alla media);
Curiosità sul Brunello di Montalcino
Appare ora forse più chiaro il perché sia così famoso questo vino, non solo in Italia, ma nel resto del mondo. I processi da seguire in maniera meticolosa, le uve selezionate e il periodo di affinamento fanno sì che questo sia davvero il nettare degli dei, prezioso e raffinato come pochi.
Ovviamente ogni annata si differenzia per qualità, ed alcune di queste si possono considerare delle vere e proprie eccellenze da gustare ove possibile.
1964, 1961, 1955, 1945, 1970, 1975, 1985, 1988, 1990, 1995, 1997, 2004, 2006, 207, 2010, 2015 e 2016. Segnatevi queste annate, sono le migliori in assoluto degli ultimi 50 anni!
Un’annata che merita attenzione tra tutte queste è quella del 1970, riserva best seller dell’enologia mondiale. È l’anno della prima vendemmia di Franco Biondi Santi, uno dei protagonisti della famiglia del Brunello, considerato un eccezionale agronomo, intenditore ed enologo.
Oggi producono il Brunello circa 250 cantine, per una produzione di 6,5 milioni di bottiglie. Un vino di fascia alta italiano, rappresentativo della toscanità. Nel 1980 è il primo vino italiano ad ottenere la DOCG, ovvero la Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
Oggi è diventato il sogno di molti VIP avere un terreno a Montalcino per la produzione del Brunello, tanto da farne lievitare i prezzi alle stelle. Si stima che ad oggi gli interessi legati al marchio si aggirino intorno al miliardo di euro l’anno.
E cosa dire degli abbinamenti vino-cibo? Il Brunello di Montalcino è un ottimo vino che si presta ad abbinamenti con piatti strutturati di carne rossa o anche a degli ottimi taglieri di formaggi, ma in questo caso meglio farci suggerire da un esperto sommelier e/o assaggiatore.
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Buongiorno.
Volevo sapere quanto tempo ( quanti giorni ) mediamente viene fermentata l’uva del Brunello di Montalcino nei tini e/o misurando il grado di zucchero con mostimetro viene svinato cioe con quanto zucchero ? Inoltre volevo sapere se l’uva viene fermentata con i raspi o i raspi vengono tolti dall’uva durante la pigiatura ?
Cordiali Saluti