Il problema fondamentale per un’azienda vinicola è quello di determinare con una certa precisione, quale sia la potenziale clientela alla quale far raggiungere il proprio messaggio con il fine di accrescere le proprie vendite.
Genericamente si potrebbe affermare che il vino è un prodotto che riguarda un po’ tutti quanti senza grosse distinzioni di sesso, età e condizione sociale ma, laddove si volesse centrare con una certa determinazione una clientela precisa con il fine di indirizzare correttamente il proprio messaggio pubblicitario per favorire una campagna di digital marketing, allora è bene fare riferimento a quella che è classificata come Generazione Y.
Ma a chi fa riferimento questa Generazione Y?
La risposta è semplice: sono i famosi ‘Millennials’, ossia tutte le persone nate dopo gli anni Ottanta e che oggi fanno parte di quella fascia d’età che va dai 20 ai 35 anni.
Ed è proprio questa fascia di utenza che compone quasi il 30% dei consumatori di vino e, di conseguenza, una importante fetta di mercato.
E’ sufficiente pensare che una ricerca eMarketer attesta che i Millennials nei soli USA sono quasi 87 milioni e rappresenta una percentuale di clienti potenziali più elevata rispetto a qualsiasi altra fascia di utenza.
Il dato che rende ancor più interessante questo segmento di clienti potenziali è il fatto che oltre a comporre una significativa percentuale di consumatori, si tratta di persone che scelgono anche la qualità di quello che bevono.
Tanto per dare un’idea, la prestigiosa rivista statunitense Wine Meridian ha appurato che nel 2014 molte aziende vinicole degli USA hanno visto i loro prodotti di bassa fascia (meno di 10 $ a bottiglia) hanno visto una sensibile contrazione della richiesta mentre sono aumentate le percentuali di vendite di prodotti di qualità (da 15 $ a bottiglia in su).
Una ricerca di Radobank ha previsto l’aumento del 10% di vini il cui costo è al di sopra dei 25$ e ha identificato nei Millennials i clienti che determineranno il successo dei vini di qualità.
Ma questo fenomeno non appartiene solo al Nuovo Continente dal momento che un’altra indagine, stavolta condotta da Goldman Sachs, afferma che nel Regno Unito le nuove generazioni spendono circa tre sterline in più dei loro genitori per comprare una bottiglia di vino.
Come si evince la Generazione Y è sicuramente interessante per i produttori di vino, non solo perché si tratta di una interessante fascia di clienti in fatto di consumo ma anche a livello di qualità.
Ma in che modo i Millennials scelgono una etichetta di vino?
Non più perché convinti da spot televisivi bensì facendo affidamento sul passaparola e navigando all’interno dei social dove seguono influencer ed opinion leader.
Quella che occorre fare per catturare questa clientela da parte di un’azienda produttrice di vino è quello di prestare molta attenzione alla comunicazione, aggiornandola ai veicoli attualmente in essere; crearsi una reputazione; diffondere la conoscenza del proprio brand.
Per attirare questa fascia di clientela è necessario affidarsi alla rete dove, un esperto di marketing deve sviluppare una campagna digitale con l’obiettivo di far conoscere il marchio dopo avergli creato una reputazione.
Non si tratta di occuparsi di un sito web come avveniva in passato, ma di elaborare una rete di comunicazione che attraversi blog, social network, forum e che possa eventualmente prevedere anche un’App con la quale interagire con i possibili clienti.
La velocità con la quale si muove la comunicazione è impressionante ed è questo il motivo per il quale la presenza di un professionista si rende indispensabile.
Banner, promozioni tradizionali, campagne sui social possono essere sicuramente mantenute attive laddove si siano già intraprese queste strade che, tuttavia, non devono rimanere isolate.
Per le aziende che si apprestano ad affrontare il problema per la prima volta, invece, è bene ricordare che azioni estemporanee devono essere considerate sempre fallimentari in quanto casuali e scollegate da una strategia studiata in modo appropriato, come quella appartenente all’inbound marketing.
Tanto più che questa politica di comunicazione è confortata dai risultati di una precisa indagine di Noise che scrive sul Cassandra Report a proposito di uno studio condotto su un campione di oltre tremila giovani di dieci differenti Paesi.
Il 77% degli intervistati ha confermato il fatto che sia indispensabile aggiornarsi su temi di attualità. Il 60% di loro ritiene i social una fonte essenziale contro un 21% che li reputa ininfluenti.
Quindi, la comunicazione social appare più che utile, così come l’accesso a pagine dei wine blogger che devono essere raggiunti grazie ad una specifica strategia condotta da esperti di marketing.
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