In vacanza negli affascinanti Paesi Baschi, decidiamo di passare una giornata nella vicina regione della Rioja, la più antica e celebre zona vinicola della Spagna.
La Rioja si trova nella parte settentrionale della Spagna, a nord di Madrid e poco a sud di Bilbao.
Deve il suo nome al rio (fiume) Oja, un affluente dell’Ebro e si suddivide in tre zone: la Rioja Alta e la Rioja Alavesa, le più prestigiose, e la Rioja Baja (bassa), molto più ampia, ma anche la meno produttiva.
Le prime due godono di una maggiore altitudine e risentono dell’influenza dei venti freschi oceanici, mentre nella Rioja Baja il clima è decisamente più caldo e secco.
Anche la composizione dei terreni differisce a seconda della zona.
I migliori vigneti sono piantati sui terreni argillosi calcarei e sabbiosi tipici della Rioja Alta e della Rioja Alavesa; da qui provengono vini molto fruttati e concentrati, dotati di un notevole potenziale evolutivo e di una vellutata eleganza.
L’influenza dell’enologia della vicina Francia su quella della Rioja è forte e i legami che questa zona ha avuto, in particolar modo con Bordeaux, sono stati determinanti per la storia e lo sviluppo dei suoi vini.
Verso la metà del 1800, quando in Francia i vigneti furono attaccati dall’oidio e, più tardi, dalla fillossera, i produttori bordolesi si trasferirono in massa in Spagna, e in particolare nella Rioja, in cerca di nuove fortune e di nuovi vigneti.
Fu allora che l’influsso ‘del metodo francese’ divenne un segno distintivo per i vini di questa regione e lo è tuttora.
La Rioja è principalmente identificata con la produzione di uve a bacca nera, come il tempranillo, la garnacha, il graciano e il mazuelo.
Ma nella regione si producono anche grandi vini bianchi da uve viura (quest’ultima nota in altre regioni della Spagna con il nome di macabeo), alcuni dei quali capaci di evolvere per decenni, acquisendo un bel colore dorato e incantevoli profumi.
Avendo poco tempo a disposizione, decidiamo di puntare diritti a Haro, il vero cuore pulsante della Rioja Alta.
Nel suo casco viejo (centro storico) ogni angolo sembra volerci ricordare che siamo in una delle capitali mondiali del vino.
Le sue fontane a forma di grappolo d’uva, le grandi botti disegnate con la mappa vinicola della regione e le barrique armonicamente accatastate sotto il portico del palazzo dell’Ayuntamiento sembrano abbracciare la ridente popolazione e i migliaia di turisti che ogni anno la visitano.
L’atmosfera che si respira è magica e inebriante; mentre passeggi, ti verrebbe voglia di sederti su una panchina, assieme ai vecchietti della città, e di bere un calice di crianza in loro compagnia, ma il caldo quest’estate è davvero tanto!
Meglio allora dirigersi verso una delle bodegas storiche di Haro, la Compania Vinicola del Norte de Espana (nota anche come CVNE), situata poco lontano dal centro.
Qui abbiamo avuto il privilegio di visitare i suoi specialissimi luoghi, come l’affascinante cantina dove l’azienda conserva tutte le sue annate, dalla prima vendemmia del 1879 al 1979, anno del suo centenario.
E rimaniamo senza fiato nella barricaia, un capolavoro dell’architettura: 800 metri di navata, sostenuti senza l’uso di alcuna colonna, progettata nel 1909 da Alexandre Gustave Eiffel!
Qui, in barrique di rovere francese e americano, riposano i vini destinati a diventare i grandi rossi dell’azienda, apprezzati anche dalle case reali di tutta Europa e che le hanno valso i maggiori riconoscimenti da parte di Wine Spectator.
I vini degustati durante la visita
Monopole 2017 (100% viura o macabeo): frutta tropicale e dolce al naso; al palato è secco e vibrante.
Cvne Riserva 2014 (tempranillo: 85%; garnacha, graciano e mazuelo: 15%): mi colpisce il suo splendido color purple; mi sorprende al naso con i suoi sentori di ciliegia matura, mandorla e vaniglia. Al palato il tannino si dimostra ancora un po’ acerbo, ma è comunque un vino fresco e piacevole.
Un grazie di cuore ad Ana e Miguel, i miei ‘ciceroni’ nella meravigliosa terra della Rioja!
Seguitemi anche su Instagram: @ilbicchieremezzopieno e @clubdelvinoofficial!