Il Turismo Enogastronomico o anche Turismo del Vino è un fenomeno sempre più in espansione che ogni anno muove non solo milioni di persone ma anche milioni di euro.
Fioriscono agriturismi e fattorie che aprono le porte ai curiosi, agli amanti del buon cibo, le guide turistiche puntano sulle strade del vino o le manifestazioni legate al nettare degli dei dove le cantine svelano i loro più intimi segreti.
Il nostro Belpaese vanta indubbiamente alcuni primati.
Siamo il paese con il più alto numero di DOP e IGP, segue la Francia.
Abbiamo il più alto numero di vitigni utilizzati, ben 200, contro i circa 90 della Francia.
Per non parlare dei siti Unesco e del patrimonio artistico internazionale.
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Vediamo quali sono i punti di forza ma anche di debolezza del nostro sistema.
I vantaggi del Turismo Enogastronomico
La crescita c’è, anche se lenta.
Dall’ultimo rapporto sul Turismo del Vino, presentato alla Bit – Borsa Internazionale del Turismo, sono emersi alcuni dati incoraggianti.
Va oltre i 2,5 miliardi di euro la spesa dei cosiddetti turisti del vino.
Dal Rapporto emerge che il numero dei visitanti le cantine continua ad aumentare e che il valore apportato contribuisce in maniera significativa alla ricchezza totale dell’Italia.
Molto incoraggianti i dati relativi alle cantine.
Circa il 48% si dedica alla produzione anche di altri prodotti oltre al vino, il 45% eroga servizi di accoglienza come ristorazione e alloggio, circa il 32% produce energia.
Questi dati si riferiscono al 2015 e sono stati confrontati con l’anno precedente.
Per avere dati più aggiornati dobbiamo aspettare la nuova edizione della Bit che per quest’anno si terrà ad Aprile dal 2 al 4.
Le criticità da superare
Nonostante i primati detenuti e i numeri positivi molto c’è ancora da fare.
Paesi con risorse inferiori alle nostre riescono a vendersi molto meglio, perché?
Innanzitutto non riusciamo a fare sistema, vale a dire non c’è un’intesa forte tra istituzioni e operatori, come invece avviene altrove.
Collegato a questo aspetto vi è l’assenza di un marketing adeguato.
Le cantine da sole non possono e non riescono ad organizzarsi sul territorio, facendo squadra con altre realtà, per offrire al turista un’attività ricreativa enogastronomica completa.
Usa, Australia e Nuova Zelanda, in questi aspetti la fanno da padrona ponendosi su un gradino più alto e, non sono da meno anche i Paesi emergenti, quali Cile e Argentina, in particolare per le etichette davvero originali.
Per non parlare infine delle barriere architettoniche che impediscono l’accesso ai disabili, facendo diventare così i percorsi sul vino non per tutti.
Una buona pratica che vale la pena citare in questo mare magnum disordinato e confuso è data dai Comuni del Chianti Classico – San Casciano in Val di Pesa, Greve in Chianti, Tavernelle Val di Pesa, Barberino Val d’Elsa, Castellina in Chianti, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi.
Tali comuni hanno investito soldi e risorse puntando su politiche che potessero potenziare la reputazione enoturistica del territorio. È stato fatto dando valore ai rapporti di vicinato e alle bellezze artistiche di città limitrofe come Firenze e Siena, puntando anche sulla natura, sui paesaggi e in generale sull’enogastronomia locale.
Le strade del Vino in Italia
Le strade del vino sono presenti dal nord al sud della nostra penisola.
Istituite ufficialmente in Italia nel 1999 grazie alla legge del 27 luglio n. 268, titolata appunto “Disciplina delle Strade del Vino”, un po’ datata, ma almeno rappresenta qualcosa di scritto che tutela e organizza lo sviluppo del turismo legato al vino.
Hanno lo scopo infatti di presentare la cultura e la storia, ma anche la natura dei paesaggi attraverso i prodotti vinicoli tipici di un determinato territorio.
Racchiudono le maggiori DOCG, DOC e IGT.
In Italia esistono circa 150 strade del vino, anche se poi i numeri reali sono altri.
Solo il 20% circa di queste è ben organizzato o in via di farlo. Le altre sono ancora in fase di avviamento o addirittura non operative.
I comuni coinvolti sono 1500, le denominazioni di vino oltre 400 e le aziende agricole più di 3 mila.
Grazie a tali organizzazioni è possibile ricevere informazioni turistiche, dove mangiare, cosa degustare e così via.
Solo per citarne alcune, poiché le diversità regionali sono davvero tante:
Sardegna
- Strada del Vino Cannonau
Sicilia
- Strada del Vino Cerasuolo di Vittoria dal Barocco al Liberty
Puglia
Lazio
Emilia Romagna
Trentino Alto Adige
Toscana
E per gli enofili, ma anche semplici appassionati, da non perdere tutte le sagre e le manifestazioni legate al vino e agli abbinamenti culinari, ma anche all’arte.
Sulla scia delle Strade del Vino sono nate anche le Strade del Gusto, proprio a testimoniare la ricchezza culinaria del nostro paese.
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