Rosso rubino intenso, piacevole ed amabile al palato, secco ed equilibrato. La Bonarda ha le caratteristiche dei grandi vini, ma occhio a non confonderti!
Potresti passare un po’ di tempo in nostra compagnia, parlando della Bonarda, immaginandone il colore, la sensazione all’olfatto, i profumi e poi la percezione dei sentori in bocca, essendone così incuriosito da uscire e andarne a comprare una bottiglia, per trasformare l’immaginazione in realtà.
Potrebbe però accadere di non ritrovare nulla di ciò che ti abbiamo descritto nel tuo bicchiere o davvero poco. Avremmo sbagliato così clamorosamente? No! Ma un errore lo avremmo comunque commesso: non dirti di stare attento, perché di Bonarda non ce n’è una sola!
La Bonarda infatti è sia un vino che un vitigno. Noi vogliamo farti conoscere il vino prodotto con il vitigno Croatina in purezza, dei Colli Piacentini.
Uno dei vini dei Colli Piacentini che più degli altri sta riscuotendo attenzione, anche per la sua capacità di accompagnare molte tipologie di portate.
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I Vini dei Colli Piacentini
Il territorio dei Colli Piacentini è particolarmente votato alla produzione di vino, tanto che, storicamente, sembra che la vite fosse conosciuta già tra il 2000 ed il 700 a.C.: a dirlo, dei vinaccioli fossili, rinvenuti proprio in questa zona, e datati dagli studiosi.
Una storia lunga dunque, che ci racconta di come da sempre vite e territorio siano intrecciati alla storia dei popoli. Pensa che addirittura il troppo amore di Lucio Calpurnio Pisone per i vini della sua terra piacentina, offrirono a Marco Tullio Cicerone l’occasione perfetta per iniziare un veemente attacco contro questo suo avversario politico.
Tra i vini dei Colli Piacentini ricordiamo sia bianchi che rossi: Ortrugo, Gutturnio, Malvasia, tanto per nominare alcuni dei più famosi.
La Bonarda dei Colli Piacentini
Il disciplinare della Bonarda dei Colli Piacentini ne colloca la produzione vitivinicola in alcuni comuni collinari in provincia di Piacenza e la composizione ampelografica come costituita da una percentuale variabile tra l’85 ed il 100% di Croatina, con la possibilità di aggiungere fino ad un massimo del 15% di Barbera, Ughetta (Vespolina), Uva rara.
Questo sempre per essere chiari ed evitare la confusione di cui parlavamo prima.
Tre sono le tipologie che possiamo apprezzare, con caratteristiche differenti che potrai ritrovare tu stesso al momento della degustazione. Vedremo poi il modo migliore per degustarli entrambi.
Il Colli Piacentini Bonarda
E’ un vino fermo, di un rosso intenso, quasi rubino. Al naso è contraddistinta da un profumo molto riconoscibile e gradevole, mentre in bocca si presenta secco, abboccato, vivace e leggermente tannico.
Per quanto riguarda i sentori, se sei un esperto sommelier o un appassionato con un naso particolarmente avvezzo, potresti sentire delle note di ciliegia e mora.
E’ un vino particolarmente strutturato che, in questa versione ferma, sta benissimo con le carni rosse cotte alla griglia.
Il Colli Piacentini Bonarda Frizzante
Ha le stesse caratteristiche di colore e olfattive della Bonarda ferma, mentre al palato si presenta leggermente più fresca.
Essendo un vino particolarmente giovane, si abbina bene con gli affettati, con le paste sia con sughi di carne che differentemente condite e anche con il bollito, piatto particolarmente amato al Nord Italia.
Il Colli Piacentini Bonarda Spumante
Vino dal colore rosso rubino brillante, si presenta con una spuma fine e persistente. Al palato presenta un sapore dolce ed armonico, quasi vellutato.
Come servire la Bonarda: bicchiere e temperatura
Se sei un vero amante del vino, sai che a tipologie diverse corrispondono differenti bicchieri e che c’è una temperatura migliore al quale servirlo in tavola.
Essendo un vino poco tannico e strutturato, la Bonarda va servito nel ballon.
Per quanto riguarda la temperatura, la versione ferma dovrebbe essere a circa 16°, mentre quella frizzante a 14°.
Vino Amarone
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