Forse un po’ tutti ricorderanno l’estate 2014
Dopo una primavera all’insegna del bel tempo, l’estate è stata caratterizzata da pioggia, anzi molta pioggia, grandinate e temperature abbondantemente sotto la media,.. molte vacanze in Italia sono risultate rovinate quell’estate, ma la peggio l’hanno decisamente avuta i nostri amici vignaioli.
Con così poche ore di luce a disposizione, le piante hanno potuto dare uno scarso raccolto in termini quantitativi, ma anche frutti non particolarmente ricchi di zuccheri e dai colori ‘scarichi’.
Il Consorzio di Tutela dei Vini Valpolicella quell’anno aveva preso la drastica decisione di abbassare notevolmente la quota delle uve da destinare all’appassimento per la produzione dei vini Amarone della Valpolicella e Recioto.
Alcuni produttori (anche tra i più ‘blasonati’) rinunciano, per quell’anno, a produrre questi grandi vini così amati in tutto il mondo e a sacrificare le loro uve risultate migliori, ‘declassandole’ a favore dei più ‘semplici’ Valpolicella e Valpolicella Superiore (a proposito, chi tra voi conservasse ancora in cantina alcune bottiglie di quell’annata, all’apertura potrebbe rimanerne piacevolmente sorpreso … a me è successo!).
Insomma, un’annata da dimenticare per l’Amarone?
È con queste premesse (e con non poca curiosità!) che nella mattinata di sabato 3 febbraio 2018 inizio la ‘degustazione alla cieca’, riservata agli addetti alla stampa, dei 43 vini presenti all’Anteprima Amarone 2014, in questo che è anche il Cinquantesimo anniversario della Denominazione.
A dire il vero, Il Consorzio di Tutela dei Vini Valpolicella quest’anno non aveva previsto una degustazione alla cieca (= a bottiglia coperta), ma grazie al sempre perfetto servizio svolto dai sommelier di AIS, su nostra richiesta abbiamo potuto degustare i vini senza vedere anticipatamente le etichette e, di conseguenza, i produttori.
Ne è risultato un bel viaggio sensoriale, con il naso impegnato a scoprire come questa annata, a dir poco difficile, possa aver influito sui vini.
Un sottile filo conduttore lega la maggior parte delle etichette degustate: ci troviamo di fronte a una notevole acidità, che dal punto di vista sensoriale si accompagna a note vegetali e ma anche balsamiche; molti vini sono ancora lontani dal definirsi ‘pronti’.
Per questo motivo, tra i vini in degustazione, pochi erano già stati imbottigliati; i campioni da botte rappresentavano, infatti, i due terzi del totale.
Anche quest’annata evidenzia le profonde differenze nei sentori presenti nelle uve coltivate nelle diverse vallate che fanno parte della denominazione: la confettura di frutta caratterizza i vini della zona Classica, mentre la frutta rossa croccante si riscontra nei vini della Valpantena; una balsamicità potente e una maggior morbidezza accomunano invece i campioni provenienti dalla vallata di Marano.
Ecco alcuni vini che mi colpiscono piacevolmente già oggi, curiosa di scoprire come il tempo farà evolvere anche tutti gli altri!
I Tamasotti Amarone della Valpolicella (in bottiglia)
Sabrina (enologa) e Giacomo (agronomo) sono una coppia di giovanissimi vignaioli esordienti: il loro Amarone è solo alla seconda annata (!), ma mi colpisce per la sua personalità e per un’inaspettata maturità sensoriale; la loro azienda si estende su soli tre ettari nella valle di Mezzane e promette davvero bene!
Molto raffinata anche la loro etichetta, che racchiude perfettamente tutto il loro mondo.
Zanoni Pietro Amarone della Valpolicella (in bottiglia, ma non in commercio)
All’olfatto è estremamente fine.
Il sorso preannuncia già un’interessante morbidezza e un tannino addomesticato con grazia.
Recchia Amarone della Valpolicella Classico (in bottiglia)
Elegante e già fine al naso, con la ciliegia alla giusta maturazione bene in evidenza.
Al palato è meno prorompente, ma promette bene!
Albino Armani Amarone della Valpolicella Classico (in bottiglia)
Al naso è piacevolmente fresco, con note di marasca e di erba appena tagliata. Al palato rivela un corpo austero, ma anche l’eleganza che contraddistingue tutti i vini di questa azienda.
[Si ringrazia il Consorzio Tutela Vini della Valpolicella per la gentile concessione delle foto in quest’articolo.]