Anima e Spirito della Sardegna
“Serediadi, Costanza e Traballu”
Serietà, Costanza e Lavoro .
Cari miei amici e avventurieri di VIPLANDIA…La nostra storia comincia a Baratili San Pietro in Sardegna negli anni Cinquanta. Silvio Carta, nel 1968 aveva una quarantina d’anni. Oggi ne ha compiuto 90. Ma da tempo le redini dell’azienda sono passate nelle mani esperte del figlio Elio.
Siamo orgogliosi di essere nati qui nel Sinis, in Sardegna. Nel 1968, avevo solo 17 anni, iscritto alla Scuola Enologica di Conegliano, forgiato dal trascorrere della vita lontano dalla mia casa, spronato da quelli che da sempre sono il mio esempio e la mia forza, Silvio e Anna Maria, mio padre e mia madre, che con i loro sacrifici, mi hanno permesso di studiare e di aprirmi al mondo, mai trascurando il valore della fatica, il valore della terra. A loro è dedicata questa Vernaccia. Ed è nel ricordo di quel tempo, di quel particolare anno, che tanto ha contrassegnato la nostra azienda come il mondo intero, che ho voluto imbottigliare quella che considero la Vernaccia assoluta, unica e irripetibile, vestendola, oggi come allora, con un’etichetta che portasse alla memoria, anche graficamente a quel 1968.
Sono trascorsi 50 anni, e ancora oggi come allora, la Vernaccia è una questione di famiglia. La mia famiglia.
Elio Carta
Come la mia bella Sicilia la Sardegna nasconde la magia che hanno tutte le isole del Mediterraneo. Ai lati della strada ciuffi di fiori mediterranei di prato e gialli, Erisimo per la precisione, la famosa erba dei cantanti, prodotti eccellenti pronti per essere assaporati e tanta storia. Ci sono persino teorie secondo le quali la Sardegna è in realtà la mitica sommersa Atlantide. Le stagioni si intrecciano senza rispettare i mesi e i colori si sovrappongono dandoti la sensazione che il tempo si sia fermato in un momento non ben definito dell’anno.
L’azienda Silvio Carta è una delle realtà produttive più importanti di tutta la Sardegna, la cui fama è nota anche oltre i confini regionali, grazie alla grande qualità dei suoi liquori e distillati. Alla guida c’è Elio, figlio del fondatore Silvio, alla costante ricerca di soluzioni innovative, ma sempre nel rispetto scrupoloso della tradizione. La distilleria Silvio Carta nasce in un’area particolarmente votata alla coltivazione di vitigni pregiati, contraddistinta da un clima ideale.
Il motto che guida tutto l’operato aziendale si racchiude nella semplice espressione “armonia della natura”, storico titolo di molte campagne pubblicitarie, che si traduce in alcuni punti essenziali: rispetto delle antiche ricette tradizionali, al fine di conservare i sapori ed i profumi di un tempo, e della salubrità ambientale. Non è un caso, infatti, che quella di Silvio Carta, è la prima azienda ad aver realizzato il Mirto da un’agricoltura biologica.
Tuttavia la ricerca di nuovi prodotti non si è mai fermata e, al fianco della produzione tradizionale, che oltre al Mirto vede la grappa “Filu e Ferro”, arrivano anche i Gin. Punta di diamante è sicuramente il Giniu, un gin dalla forte tipicità, dove il ginepro è riconoscibile, ma con note molto legate alle botaniche sarde. A fargli buona compagnia, però, ci sono altri tre prodotti: il Pigskin Gin, dalle note pungenti e speziate, il Pigskin 44, secco e potente, e il Boigin, con intensi profumi di mandarino. Tutti prodotti eccezionali per la mixology.
Non solo liquori e distillati, ma quando si parla di Silvio Carta si parla anche di vino e, in particolare di Vernaccia di Oristano, forse il prodotto più rappresentativo, in grado di emozionare chi lo assaggia e di esprimere tutta la magia di questo angolo di Sardegna. Le botti di castagno colme di Vernaccia, sono ancora lì, nella cantina di Baratili San Pietro, suddivise per annate, in una sorta di cattedrale del gusto, nella quale chiunque ami la cultura del vino dovrebbe andare, almeno una volta nella vita, come fanno i mussulmani con La Mecca. La storia dell’azienda Silvio Carta nasce negli anni ’50 come azienda vitivinicola che puntava (e punta tuttora) a valorizzare quel grande patrimonio enologico che si chiama Vernaccia di Oristano.
Ma è un’azienda che ha saputo anche rinnovarsi, puntando sulla distillazione e negli ultimi anni sui nuovi prodotti dedicati all’arte della mixology come il gin. Il tutto sempre con un fortissimo legame al territorio: le botaniche per i vari prodotti sono rigorosamente sarde. Anzi, di più. Buona parte delle essenze crescono proprio attorno alla distilleria. La pianta che cresce più lontana è il mirto, che si trova a “ben” un chilometro di distanza. Insomma il cuore della Silvio Carta batte per la Sardegna. Così come risuona l’orgoglio per una terra così affascinante e ricca di storia, tradizioni, cultura, natura, profumi ed emozioni. Un percorso, quello di Silvio Carta fatto di ideali e filosofia che sintetizzati suonano come un’unica frase: “Armonia della natura”.
E nella piena armonia delle cose e del tempo, oggi al timone dell’azienda c’è il figlio Elio, enologo che con Riccardo Cotarella altro maestro dell’enologia italiana hanno studiato insieme alla celebre scuola di Conegliano Veneto. Visionario, eccletico ma sempre con una gentilezza che lo contraddistingue con una mentalità sempre aperta verso il futuro non è affatto raro vederli insieme a Silvio passeggiare per i campi di mirto per visionare un passaggio della vendemmia o anche solo osservare quel caveau di inestimabile valore che è la bottaia di Baratili dove vengono conservate le Vernaccia Riserva in quella che è di fatto la più grande collezione di annate vecchie di tutta la regione.
Per strizzare l’occhio alla numerologia del tempo l’unico modo per festeggiare e onorare i giorni è quello di mettere in piedi nuovi progetti. Proprio per questo Elio Carta ha ideato per onorare il genio del padre un’etichetta speciale il cui nome parla da solo “Mirto del Fondatore”. Erbe aromatiche, salvia e prugna selvatica per un liquido avvolgente dolce e amaro insieme che onora la storia della famiglia. Storia vuole, infatti, che nell’inverno del 1939 il mirto fu fondamentale nel salvare la popolazione di Baratili da gelo e carestia. Fu in quell’occasione che la madre di Silvio, e nonna di Elio, per aiutare la conservazione delle bacche ne mise una manciata in un misurino di distillato di vinaccia: nasceva così il primo liquore a base di mirto di tutti i tempi. Quel liquore oggi rinasce in un omaggio alla storia e allo spirito.Un viaggio tra i paesaggi, i profumi e i colori della Sardegna… ma soprattutto un viaggio tra i suoi cibi, vini e distillati migliori!
La Vernaccia
Quando si parla di Vernaccia di Oristano è naturale parlare di Silvio Carta, una delle più prestigiose e storiche aziende vinicole della Sardegna. Incentrata principalmente alla valorizzazione di questo vino il più antico di questa area sarda dalle presunte virtù curative e dall’origine misteriosa. La Vernaccia di Oristano nel 1971 è diventata la prima denominazione riconosciuta della Sardegna. Eppure già nel 1912 e nel 1913 era stata insignita della medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale di Milano e oggi riconosciuta quale migliore vino da meditazione potrebbe spostare con riconoscenza assoluta il borsino dei valori internazionali, spingendo alla ribalta un capolavoro tuttora sconosciuto ai più.
«Scaldata dal sole, disegnata dal vento, profumata dalla macchia mediterranea, arricchita dalla salsedine. Il rappresentante perfetto dell’espressione di quest’angolo di terra». “Un vino complesso, quasi, alchemico, che emoziona e affascina chi lo assaggia; il rappresentante perfetto dell’espressione di quest’angolo di terra”.
Già il nome parla di radici profonde: “vernaccia” origina infatti da vitae vernaculum, uva del luogo. Non un luogo qualsiasi, peraltro: si tratta della Penisola del Sinis e della Valle del fiume Tirso, zone umide e ventose, foderate di macchia mediterranea e di abbaglianti sabbie in quarzo bianco, spazzate da un perenne maestrale. Un terreno alluvionale, magro e sabbioso tipico di queste zone, su cui la vite viene coltivata ad alberello; Antico invece al metodo “solera” a differenza dello Sherry, analogamente al Vecchio Samperi, non si tratta di un fortificato visto che l’alcol è interamente naturale. Il risultato, secondo il guru anglosassone Hugh Johnson è uno dei 20 vini da bere prima di morire.
L’Italia annovera diversi vini Vernaccia, da quella di San Gimignano, a quella rossa di Serrapetrona. Ma quella che producono le uve coltivate nella Valle del Tirso è diversa dalle altre. Il segreto sono i lievi “flor”, simili a quelli che agiscono nei vini di Jeres. Il vino Vernaccia di Oristano, però, è sardo e parla sardo. Ha una storia antica quanto la Sardegna, se è vero che la bevevano i Sardi prima dell’arrivo dei Fenici, Eleonora d’Arborea e Cristoforo Colombo. Ma fra tutte, quella di Silvio Carta, vendemmia 1968 , è forse la migliore che sia mai stata prodotta. La Vernaccia è un vino prodotto nella zona di Oristano, ma diffuso in tutta la Sardegna. Il mosto di uve 100% Vernaccia viene vinificato direttamente in botti di Castagno e affinato per almeno altri due anni nelle stesse botti. Sapiente vinificazione, il lungo riposo in botte e l’attenta cura data dalla azienda Silvio Carta ha reso questo incredibile vino un’autentica gloria dell’enologia sarda.
Ottenuto con un metodo ossidativo simile a quello dello sherry, utilizzando lieviti a filmatura superficiale detti “flor. Fino agli anni ‘80 la Vernaccia ha accompagnato i sardi in ogni occasione: quella giovane come aperitivo e quella invecchiata, come dice ironicamente Elio, per cose che non si usano più: i matrimoni e le cresime. “. Poi l’avvento di nuovi prodotti sul mercato e il restyling degli “Zilleri” (letteralmente le bettole) hanno ridotto in modo drastico il consumo di Vernaccia tanto da convincere Elio e Silvio all’epoca a intraprendere la strada della distillazione proprio a partire dalle uve di Vernaccia. Inizialmente distillavano a Baratilli poi per motivi di sicurezza nel 2012 gli alambicchi sono stati portati nella nuova sede di Zeddiani (OR) negli edifici di una ex storica azienda di pelati. Carta produce Vernaccia sin dal 1952 ed è stato tra i primi a vendere questo vino a prezzo popolare.
Prima della Guerra, infatti, la Vernaccia invecchiata veniva venduta a 5.000 Lire al litro, una cifra enorme per l’epoca, mentre finita la Guerra la gente ha cominciato a far crescere nella zona ottime uve nel giro di poco tempo. Il successo all’interno della Sardegna della Vernaccia fu dovuto al fatto che a differenza di altri vini rossi essa non diventa acescente in primavera e che il consumo di vino sfuso nell’isola era altissimo. Pensate che nei bar venivano consumati oltre 5000 litri di vino a settimana e per questo motivo venivano chiamati anche vernaccini. Come ho detto il consumo è calato drasticamente negli anni ‘70 quando i bar hanno cominciato a spogliarsi della veste di “bettole” per trasformarsi in luoghi più contemporanei e alla moda. Assaggiata a diversi momenti del processo di invecchiamento, da quella più giovane fino a una in botte sin dagli anni ‘50 e la bontà di questo vino è unica e commovente. Ma quella Vernaccia del 1968 di Silvio Carta non è solo un capolavoro dell’enologia è anche una lezione di vita un monito per quanti si affannano a correre spiritati e senza spirito verso mercati effimeri.
E’ una lezione di pazienza e di coraggio. Un modo per rispettare i tempi della natura e della evoluzione di molecole di alcol in sorsi di delizia e di balsamo per il palato e per il corpo. Dopo aver ammirato le trasparenze ambrate del colore ne metti in bocca un sorso e quel liquido ti evapora carezzandoti la lingua e il palato per attivarti le sinapsi del gusto. Senti note di noce e di castagno, cuoio antico e miele. E molto altro ancora: sono oltre 60 i descrittori di questo vino. E per un attimo quando lo bevi ti senti immortale e gridi al miracolo per quel l’impresa che un uomo è riuscito a ottenere da una vendemmia di tanti anni fa pochi mesi dopo che scoppiasse la rivolta dei giovani di Parigi del cosiddetto Maggio Francese, nell’anno che ha cambiato la storia del mondo. La vertità è che il successo di determinati prodotti, dalla sartoria ai sigari, ai distillati, possa essere ricondotto alla mediazione del mercato anglosassone, che è riuscito ad assorbire e metabolizzare quanto non era pienamente compreso nelle nazioni di origine, perché letto in chiave puramente artigianale. L’avallo di quel mercato raffinato ha dato invece una spinta economica a una qualità già intrinseca. È il caso di Porto, Sherry, Madeira eccetera. Chi non è entrato in quel meccanismo ha fatto sicuramente più fatica; ma vini come la Vernaccia di Oristano hanno caratteristiche tali che il nuovo mondo creativo degli abbinamenti può accoglierli a braccia aperte per la capacità di equilibrarsi a piatti complessi e per il finale dry in grado di resettare”.
La Vernaccia pagherebbe insomma la sua anomalia di grande “endovino” ossidativo, una condizione che non sembra impossibile cambiare. “Ambrata luminosa e brillante dai ricami oro antico. Il giro di vino nel cristallo è consistente, un nettare gentile disegna fittissimi archetti seppur lenti. Corredo olfattivo suadente: a calice fermo racconta di frutta matura a polpa gialla con ricordi di nespola e albicocca; il floreale ben scandito di rosa gialla, ginestra di campo, elicriso marino; e poi arriva la frutta secca con le nocciole, le mandorle tostate e il mallo di noce impreziositi dal miele di corbezzolo. Una girata di calice e l’alcool strega passionalmente il naso.
S’apre di note speziate di chiodi di garofano, anice stellato e cannella; scandisce ricordi di caramella mou e crème caramel; poi arrivano lo smalto, il tabacco dolce da pipa, i ricordi di grafite e i ricchissimi toni salmastri. Al palato le preziose note fresco-sapide moderano il tono alcolico deciso, regalando elegante morbidezza, finissima eleganza e incredibile lunghezza. Un vino che marca il tempo e richiama subito un altro sorso. Una bottiglia da chiacchiera e poltrona, accompagnata semmai dalla bottarga tagliata man mano come piace a noi Sardi, spezzata da un foglio di pane carasau appena caldo. Riposa in botticelle scolme e negli anni ricama il suo velo di flor, a proteggerla e arricchirla. Il metodo di lavorazione è lo storico solera e a ragionar bene è altrettanto vero che racconta storie di ben altri tempi”.
I VINI
SERENATA VERMENTINO GALLURA DOCG SUP.
ll Vermentino è il vitigno principe dell’isola di Sardegna. L’unico vino a cui è stata concessa la Denominazione di Origine Controllata e Garantita è il Vermentino di Gallura. Una piccola porzione di territorio, la parte nord orientale dell’isola, la Gallura appunto, che da vita a vini dalla marcata impronta territoriale, fruttati, minerali, freschi e dalla spiccata sapidità. Il nostro Vermentino nasce qui, grande attenzione in vigna e consueta cura delle uve una volta giunte in cantina fanno di Serenata un vino amato soprattutto oltre confine.Fresco, profumato, morbido ed eclettico. L’estate è senza fine con il Vermentino di Gallura DOCG di Silvio Carta. Il sole che brucia, il mare che sfiora la pelle, una leggera brezza che profuma di sale e un calice di Vermentino. Freschissimo. Questa è la magia dell’estate in Sardegna. Una magia che non si esaurisce in appena tre mesi ma che, racchiusa nelle bottiglie firmate da Silvio Carta, dura un anno intero.
Vermentino di Gallura Docg Superiore
Dati tecnici
Tipologia: vino bianco.
Formato: 75 cl.
Gradazione: 13 % Vol.
Aspetto: paglierino con riflessi verdognoli.
Profumo: profumo tipicamente aromatico fine ed elegante.
Sapore: equilibrato, morbido, di buona struttura.
Curiosità
ll Vermentino è stato insieme al Cannonau il primo vino sardo a conquistare il continente e, a tutt’oggi, è tra il più richiesto. In Sardegna esistono due denominazioni: Vermentino di Sardegna DOC, la cui zona di produzione include tutta la regione, e il Vermentino di Gallura DOCG, la cui produzione è limitata alla sola area della Gallura ed inoltre è l’unica DOCG presente nell’isola.
La DOCG «Vermentino di Gallura» è riservata ai seguenti vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti, molto rigidi per garantirne la qualità, stabiliti nel disciplinare di produzione: «Vermentino di Gallura» Superiore; «Vermentino di Gallura» Frizzante; «Vermentino di Gallura» Spumante;
«Vermentino di Gallura» Passito; «Vermentino di Gallura» Vendemmia tardiva. I vini a DOCG
«Vermentino di Gallura» devono essere ottenuti da uve provenienti da vigneti aventi, nell’ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica: Vermentino, minimo 95%.
Possono concorrere alla produzione di detti vini altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione Sardegna, iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino, presenti nei vigneti fino ad un massimo del 5%.
CANNUNAU DI SARDEGNA SERENATA DOC 2018
E’ un Cannonau sicuramente uno tra i più importanti vini prodotti dall’azienda Silvio Carta. L’azienda Silvio Carta è situata in una delle più belle zone vinicole della provincia di Oristano e della regione Sardegna in generale. Il vino “Cannonau di Sardegna di Silvio Carta in quanto Cannonau, si contraddistingue per il suo profilo organolettico caratteristico ed originale al tempo stesso. è un vino rosso, fermo e secco, vinificato da uve Cannonau nel contesto delle tipologie previste dalla denominazione Cannonau di Sardegna DOC. L’azienda Silvio Carta è una delle realtà vitivinicole più importanti della provincia di Oristano. La zona in cui si trova l’azienda Silvio Carta è storicamente vocata per la viticoltura. In particolare, i numerosi riconoscimenti ottenuti dalle aziende agricole della provincia di Oristano hanno stimolato ulteriormente i produttori ad investire nel territorio per utilizzarne al meglio il potenziale produttivo, per migliorare costantemente la qualità ed affrontare nuovi mercati. I vini dell’azienda sono caratterizzati dal giusto tenore zuccherino e alcolico e da buona acidità fissa, la quale contribuisce ad esaltarne i profumi e a mantenerli nel tempo. La cantina Silvio Carta produce circa 60000 bottiglie del vino “Cannonau di Sardegna Badde Ruja”, a testimoniare l’importanza che tale vino riveste nel contesto della produzione aziendale. Fino a poco tempo fa si pensava che questo vitigno fosse di origini iberiche (e, precisamente, che fosse stato importato sull’isola nel XV secolo), ma il ritrovamento di resti di vinaccioli risalenti a più di tremila anni fa nella valle del fiume Tirso (vicino ad Oristano) dimostrarono l’endemicità del vitigno. Il Cannonau è prodotto in purezza (100%) o con almeno il 90% di uve dell’omonimo vitigno, mentre il restante 10% può essere rappresentato da altri vitigni a bacca nera raccomandati o autorizzati come da disciplinare della Regione Sardegna. Il Cannonau è senza dubbio la varietà a bacca nera maggiormente coltivata nell’isola: si calcola che, infatti, rappresenti circa il 30% della superficie vitata complessiva.
Dati tecnici
Tipologia: vino rosso
Formato: 75 cl.
Gradazione: 14,5% Vol.
Aspetto: rosso intenso.
Profumo: sentori di frutti rossi maturi con note speziate.
Sapore: asciutto, sapido, elegante, pieno, di buona struttura.
PO TUI CAGNULARI ISOLA DEI NURAGHI IGT
Il Cagnulari Isola dei Nuraghi Rosso Igt delle Distillerie Silvio Carta è vinificato in purezza, regalando nel calice tutte le caratteristiche di questo vitigno: colore rosso porpora intenso, all’olfatto spazia con grande grinta dalle note intense di frutta rossa allo speziato, allargandosi fino al muschio.Cagnulari, ma anche Cagnolari Nero, Cagnonale, Cagliunari, tanti nomi per un vitigno che in Sardegna ha trovato la sua dimora ideale e che oggi insiste in particolar modo nella zona del Sassarese, decorando con i suoi grappoli scuri i terreni di Usini, Ossi, Tissi, Uri, Ittiri, Sorso, Torralba ed Alghero.
Il Cagnulari Isola dei Nuraghi Rosso Igt delle Distillerie Silvio Carta è vinificato in purezza, regalando nel calice tutte le caratteristiche di questo vitigno: colore rosso porpora intenso, all’olfatto spazia con grande grinta dalle note intense di frutta rossa allo speziato, allargandosi fino al muschio. Fin dal primo sorso rivela un corpo notevole: sapido, di grande struttura, è ugualmente fresco e agile.
Composto da uve: vitigno Cagnulari
Tipologia: vino rosso
Formato: 75 cl.
Gradazione: 14,5% Vol.
Aspetto: rosso intenso.
Profumo: sentori di frutti rossi maturi con note speziate.
Sapore: asciutto, sapido, elegante, pieno, di buona struttura.
Annata: 2018
Abbinamenti: perfetto per accompagnare un succulento arrosto di carne, ma non è da sottovalutare su primi piatti elaborati e cremosi come una lasagna o una tagliatella all’uovo con i funghi
Il PO TUI CAGNULARU
Isola dei Nuraghi con la sua notevole freschezza, in corpo medio e il tannino morbido è il rosso perfetto per l’estate. Caratterizzato dal colore rosso rubino con riflessi granata, cattura l’attenzione con un’esplosione di profumi fruttati, ciliegia, mora che si spingono fino alla confettura.
Sul palato accarezzato dai tannini morbidi, dopo il primo sorso, rimane impressa la freschezza del frutto e una sapidità sorprendente.
Una Doc che copre quasi tutta la Sardegna. Dall’areale di Cagliari fin su al nord, nei vitigni del sassarese. Un nome di donna per raccontare una storia di contaminazioni, quelle che rendono preziosa la nostra tradizione: questo autoctono, infatti, ad oggi presente solo in Sardegna, si dice sia stato portato sull’isola dagli spagnoli. Un pezzo di storia nel calice, a tutti gli effetti.
Composto da uve: vitigno cagnularu
Tipologia: vino rosso
Formato: 75 cl.
Gradazione: 14,5% Vol.
Aspetto: rosso intenso rubino con riflessi granata, conturbante.
Profumo: Cattura l’attenzione con un’esplosione di profumi fruttati, ciliegia, mora che si spingono fino alla confettura con ricche note speziate.
Sapore: asciutto, sapido, elegante, pieno, di buona struttura. Sul palato accarezzato dai tannini morbidi, dopo il primo sorso, rimane impressa la freschezza del frutto e una sapidità sorprendente
Annata: 2018
Abbinamenti: Servito ben fresco all’aperitivo sarà il giusto accento di gusto su salumi e formaggi, verdure fritte in pastella
VERNACCIA DI ORISTANO DOC RISERVA 2006
Aspetto Oro antico. Profumo Al naso rivela intriganti sensazioni di miele di castagno e amaretto, burro, caffè e cotognata, macchia marina e note smaltate.
Sapore Articolato al gusto, moderatamente dolce e fresco, quasi liquoroso, chiude con persistenza di mandorla amara.
Gradazione alcolica 19% Vol. Curiosità: Quando si parla di Vernaccia di Oristano non si può non parlare di Silvio Carta. Ancorata alla tradizione di questo vino prezioso, la Silvio Carta può definirsi, a tutti gli effetti, una delle più prestigiose aziende vinicole della Sardegna. Dai primi anni Cinquanta ad oggi, la scelta di questa cantina è stata incentrata, principalmente, alla valorizzazione di questo vino, il più antico di questa area della Sardegna, dalle presunte virtù curative e dall’origine incerta. Il vitigno si ipotizza possa essere una varietà che si è formata nell’Isola, quindi autoctono. Diversi reperti archeologici, scoperti nell’antica città di Tharros, vicino a Oristano, dimostrano che la Vernaccia era già oggetto di coltivazione in zona. La Sardegna ha le condizioni territoriali e climatiche per la diffusione della Vitis vinifera che sicuramente cresceva spontanea fin dai tempi più remoti. La storia della Vernaccia è simile a quella della vite e della viticoltura e se ne presume la sua presenza fin dal primo svilupparsi delle comunità umane nella nostra isola. Il suo nome non si sa bene se derivi da Vernum: primavera e quindi rinascita, oppure molto più probabilmente da Vernacula che significa “locale”.
Un vino complesso, quasi, alchemico, che emoziona e affascina chi lo assaggia. Il rappresentante perfetto dell’espressione di quest’angolo di terra.
VERNACCIA DI ORISTANO DOC RISERVA 2004
Quando si parla di vernaccia di Oristano non si può non parlare di Silvio Carta. Ancorata alla tradizione della Vernaccia di Oristano, la Silvio Carta può definirsi, a tutti gli effetti, una delle più prestigiose aziende vinicole della Sardegna. Dai primi anni Cinquanta ad oggi, la scelta di questa cantina è stata incentrata, principalmente, alla valorizzazione di questo vino, il più antico di questa area della Sardegna, dalle presunte virtù curative e dall’origine incerta. Il vitigno s’ipotizza possa essere una varietà che si è formata nell’Isola, quindi autoctono. Diversi reperti archeologici, scoperti nell’antica città di Tharros, vicino a Oristano, dimostrano che la Vernaccia era già oggetto di coltivazione in zona. La Sardegna ha le condizioni territoriali e climatiche per la diffusione della Vitis vinifera che sicuramente cresceva spontanea fin dai tempi più remoti. La storia della Vernaccia è simile a quella della vite e della viticoltura e se ne presume la sua presenza fin dal primo svilupparsi delle comunità umane nella nostra isola. Il suo nome non si sa bene se derivi da Vernum: primavera e quindi rinascita, oppure molto più probabilmente da Vernacula che significa “locale”. Un vino complesso, quasi, alchemico, che emoziona e affascina chi lo assaggia; il rappresentante perfetto dell’espressione di quest’angolo di terra. Ottimo come vino da dessert, da azzardare con le ostriche ma perfetto con dei crostini con bottarga.
Tipologia: vino da dessert.
Formato: 75 cl.
Gradazione: 19% Vol.
Aspetto: oro antico.
Profumo: al naso rivela intriganti sensazioni di miele di castagno e amaretto, burro, caffè e cotognata, macchia marina e note smaltate.
Sapore: articolato al gusto, moderatamente dolce e fresco, quasi liquoroso, chiude con persistenza di mandorla amara.
Vernaccia Di Oristano DOC Riserva 2003
UNA PERLA RARA. L’azienda Silvio Carta nacque nel 1952 ad opera del fondatore stesso e scelse, sin da subito, di puntare sulla vinificazione e l’affinamento del vitigno autoctono Vernaccia, con l’intento di valorizzarlo e renderlo più seducente. Tutt’oggi l’azienda prosegue la lunga lavorazione di questo vino, tramite un procedimento paziente e rigoroso di invecchiamento, dai 5 ai 10 anni circa, all’interno di caratteristiche botti di castagno stagionato; nel corso degli anni le diverse mode hanno limitato il consumo della Vernaccia, in particolare a causa dell’elevata gradazione alcolica ma si possono ancora scorgere amanti del genere che vedono, in Silvio Carta, il massimo riferimento della categoria. Colore giallo dorato intenso con luminosi riflessi ambra si contraddistingue per naso complesso e profondo, fatto da note floreali di mandorlo e menta, nocciola tostata e cenni dolci di cioccolato bianco con agrume di scorza di limone. L’assaggio è vellutato, potente e caldo, evidenzia un’importante struttura che attravresa una tipica mineralità salina, nel finale interminabile di mandorla amara. É soprattutto un vino da dessert ma si può azzardare anche con i grandi crudi del mare o con degli spaghetti alla bottarga
Tipologia: vino da dessert.
Formato: 75 cl.
Gradazione: 19% Vol.
Aspetto: oro antico.
Profumo: al naso rivela intriganti sensazioni di miele di castagno e amaretto,
burro, caffè e cotognata, macchia marina e note smaltate.
Sapore: articolato al gusto, moderatamente dolce e fresco, quasi liquoroso,
chiude con persistenza di mandorla amara.
VERNACCIA DI ORISTANO DOC RISERVA 2001
Sinuosa e antichissima, la Vernaccia è una signora seducente, ammaliante dalla storia millenaria. Nasce e si sviluppa al ritmo delle prime popolazioni indigene della Sardegna. Origini e significato del suo nome sono la storia nella storia: una mescla esotica tra Vernum, traduzione latina di primavera e quindi rinascita, e Vernacula, ovvero del luogo. Già i punici erano abili vinificatori di questo nettare sacro quanto la terra da cui trae origine. Lo raccontano i reperti archeologici frutto di scavi in quel di Tharros, antica città costiera di epoca punica a pochi chilometri da Oristano. Dai primi anni Cinquanta ad oggi, la scelta di Silvio Carta è stata incentrata, principalmente, alla valorizzazione di questo vino, il più antico di questa area della Sardegna, addirittura dalle presunte virtù curative. Vino complesso, quasi alchemico, e conturbante, la Vernaccia firmata Silvio Carta è l’esatta espressione di quest’angolo di mondo incantato. Ottimo per accompagnare il dessert, da azzardare con le ostriche, idilliaco con crostini di bottarga.
Dati tecnici
Tipologia: vino da dessert.
Formato: 75 cl.
Gradazione: l8% Vol.
Aspetto: oro antico.
Profumo: al naso rivela intriganti sensazioni di miele di castagno e amaretto, burro, caffè e cotognata, macchia marina e note smaltate.
Sapore; articolato al gusto, moderatamente dolce e fresco, quasi liquoroso, chiude con persistenza di mandorla amara.
VERNACCIA DI ORISTANO DOC RISERVA 1968
UN VERNACCIA DA SOGNO
Vitigno unico e affascinante, la Vernaccia sembra essere presente, nella valle bassa del Tirso, dal 1327, dove può vantare anche 4 sottozone: San Vero Milis, Solarussa, Simaxis e Oristano. Proprio ad Oristano troviamo questo campione di Silvio Carta, una Vernaccia DOC dalla particolarissima vinificazione: dopo la fermentazione c’è un passaggio in botti di castagno scolme, per favorire l’ossigenazione e la formazione del ‘flor’, uno strato di lieviti che protegge il vino esaltandone l’affinamento. Così nasce la Vernaccia 1968 Silvio Carta, un assaggio commovente da assaporare in momenti speciali, pensando al lungo cammino che ha percorso prima di arrivare nel bicchiere! Colore ambra intenso e lucido al naso ci accoglie con note di resina e pino, terra bagnata e funghi, sottobosco e iodio, in un caleidoscopio di sensazioni che inebria l’olfatto. In bocca riflette il tutto con complessità e dolcezza, presenta un gusto completo che ricorda il caffè e il tabacco e sorprende nella sapidità che dona un finale che non finisce mai, ricco nel braccio di ferro tra la dolcezza e la scia salina e che dura per dei minuti interi…Rigorosamente da meditazione.
TIPOLOGIA Vino Bianco
VITIGNO Vernaccia
DENOMINAZIONE Vernaccia di Oristano DOC
REGIONE Sardegna
ZONA DI PRODUZIONE Oristano (OR)
GRADAZIONE 19%
TEMP MIN 13 °C – TEMP MAX 15 °C
ABBINAMENTO Dolci, Formaggi
Via Roma, 2 09070 Baratili San Pietro OR
Tel 0783410314 Fax 0783410198
www.silviocarta.com
Cari miei amici di VIPLANDIA....Trovo che la Vernaccia di Oristano sia un vino straordinario perchè ogni produttore le conferisce un tocco personale ma quella prodotta da Silvio Carta è già alla base Eccezionale!! In generale nel mondo del vino e perfino dai nostri recettori l’ossidazione è percepita come un difetto; invece qui diventa un punto di forza capace di esaltare e non mortificare come si penserebbe il varietale. Parliamo di acidità vive non di vini morti o discendenti come da ideologia comune. Mi piace pensare alla Vernaccia di Silvio Carta come a una seduta di Shiatsu o Body Massage utile contro ansia e stress che riequilibra il corpo in profondità e nei sensi e lavora sull’armonia globale anche se sta facendo male sopportabile in realtà ti piace e non puoi più farne a meno. Consiglio di abbinarla a carni alla brace, dove l’ossidazione e la nota fumé creano un connubio unico oppure a dolci di cioccolato agli agrumi, crostacei e pesce azzurro. La temperatura è cruciale: se è troppo bassa, si chiude; se troppo alta, prevalgono i sentori alcolici. L’ideale è servirla a 14 gradi”…..Un vino da bere almeno una o possibilmente più volte nella vita!…..a presto per la seconda avventura su SILVIO CARTA e i suoi Gin!