Il Servizio di Ristorazione (FoodSevice inglese americano) o l’industria della ristorazione (Catering Industry inglese britannico) definisce quelle aziende, istituzioni e aziende responsabili di qualsiasi pasto preparato fuori casa. Questo settore comprende ristoranti, mense scolastiche e ospedaliere, operazioni di catering e molti altri servizi
Le aziende che forniscono servizi di ristorazione sono chiamate distributori di cibo. I distributori di cibo vendono merci come piccoli articoli (utensili da cucina) e alimenti.
Alcune aziende producono prodotti nelle versioni sia consumer sia foodservice. La versione consumer viene solitamente in pacchetti di dimensioni individuali con un’elaborata progettazione di etichette per la vendita al dettaglio. La versione foodservice è confezionata in una dimensione industriale molto più grande e spesso manca dei disegni colorati delle etichette della versione consumer.
STORIA DELL’APERITIVO: LE ORIGINI
Gli aperitivi sono bevande particolari che hanno la funzione di predisporre l’organismo al pasto.
L’ Aperitivo e’ un momento molto importante,nella Vita quotidiana ,un momento di aggregazione con le persone ,e’ come se fosse un Rituale, una cosa molto importante Un momento di relax e svago, da passare con gli amici e del quale, oramai, non possiamo fare a meno.
Lo pregustiamo nel tardo pomeriggio, in genere tra le 18 e le 20 e diventa quasi di rito al venerdì, una volta usciti da lavoro. Ma, vi siete mai chiesti com’è nato questo immancabile appuntamento? Beh, io sì, è per questo che oggi voglio raccontarvi qualche cosa della Storia dell’Aperitivo.
L’ Aperitivo e’ un momento molto importante,nella Vita quotidiana ,un momento di aggregazione con le persone ,e’ come se fosse un Rituale, una cosa molto importante Un momento di relax e svago, da passare con gli amici e del quale, oramai, non possiamo fare a meno.
Lo pregustiamo nel tardo pomeriggio, in genere tra le 18 e le 20 e diventa quasi di rito al venerdì, una volta usciti da lavoro. Ma, vi siete mai chiesti com’è nato questo immancabile appuntamento? Beh, io sì, è per questo che oggi voglio raccontarvi qualche cosa della Storia dell’Aperitivo.
L’etimologia del termine non lascia dubbi: viene definito aperitivo, dal latino aperitivus (che apre), una bevanda in grado di stimolare e, dunque, “aprire” la sensazione della fame.
Da cosa proviene, vi chiederete voi, questo bizzarro significato? Eccovi accontentati: nel V . secolo a.c. il medico greco Ippocrate scoprì che per alleviare i disturbi di inappetenza dei suoi pazienti, bastava somministrare loro una bevanda, dal sapore piuttosto amaro, a base di vino bianco, fiori di Dittamo, Assenzio e Ruta.
Tale intruglio, che poi prese il nome di vinum hippocratum, venne poi tramandato di secolo in secolo, fino a giungere nelle sapienti mani degli erboristi medievali.
E furono proprio quest’ultimi a giungere a una sorprendente scoperta: a stimolare il senso della fame non erano quei particolari ingredienti, bensì il sapore amaro che essi rilasciavano.
E non è un caso che, ancora oggi, i principali drink che amiamo bere durante l’ora dell’aperitivo siano prevalentemente bitter, ovvero caratterizzati da un classico retrogusto amaro!
Ma la Storia dell’Aperitivo, come oggi lo conosciamo, iniziò a Torino nel 1876, dove in una piccola bottega di liquori, Antonio Benedetto Carpano diede vita a quella che divenne poi la bevanda da Aperitivo per eccellenza: il Vermouth, un delizioso vino aromatizzato con china, che di lì a poco avrebbe conquistato l’allora re d’Italia Vittorio Emanuele II.
Fu proprio quest’ultimo, infatti, a nominare il Vermouth con China Carpano,( ribattezzato poi Punt e Mes ,per quel suo “punto e mezzo” di amaro in più), l’Aperitivo Ufficiale di Corte.
E da quel giorno, di quasi 140 anni fa, la Storia dell’Aperitivo fece il suo corso, invadendo i bar e i caffè della città Sabauda, scoprendo nuovi sapori, fino a spopolare nei locali delle città di tutta Italia con nuovi cocktail e abitudini. Molti Cocktail appartengo a momenti della Nostra Storia Esempio Il Negroni Lo Spritz,
Gli altri liquori da aperitivo: Amari, Martini , Campari, Aperol
Se nel giro di qualche decennio Antonio Benedetto Carpano aveva avuto un successo tale col suo vermouth da avere una bottega aperta 24 ore, anche altri seguirono il filone dei liquori da aperitivo.
Ad esempio nel 1815 in quel di Milano viene messo a punto il primo aperitivo non a base di vino, cioè l’Amaro Ramazzotti, che viene fatto con una combinazione di circa 33 erbe.
Il suo inventore, Ausano Ramazzotti, era in realtà un farmacista (ricordate la storia di Ippocrate?).
Il boom vero e proprio dell’amaro arriva verso metà ‘800, quando il signor Ramazzotti apre un bar vicino al Teatro la Scala, dove il suo amaro diventa l’aperitivo più gettonato dai milanesi.
Sempre negli stessi decenni in Piemonte emerge un altro nome famoso che ancora oggi siamo abituati ad associare all’aperitivo: si tratta dei produttori di vini ,Martini & Rossi, che inventano il Martini bianco (anche detto vermouth bianco).
Si tratta di un vermouth molto particolare fatto con vino moscato e arricchito con una serie di erbe lasciate a macerare.
Presto arriva anche la versione “dry”, dal sapore più deciso e più amata dal pubblico maschile. Sempre negli stessi anni (siamo ormai all’Unità d’Italia) arriva un’ulteriore alternativa al vermouth, anch’esso tutt’ora celeberrimo.
Si tratta del Campari,creato da Gaspare Campari, che nel suo celebre caffè a Novara ,sperimentava liquori innovativi. Sempre a base di erbe (la ricetta originale è segreta), si caratterizza per il colore rosso acceso, e viene battezzato “Bitter”, parola che in Tedesco ed Inglese vuol dire sempre amaro.
Davide Campari è il figlio di Gaspare Campari, il creatore della famosa bevanda Nel 1865 la famiglia si era trasferita da Novara, dove commerciava in liquori e bevande di fabbricazione artigianale, a Milano, iniziando qui la produzione del «Bitter»,Davide che nel 1915 aprì il famoso Caffè Camparino situate nella “Galleria a Milano.
Ad oggi il marchio è famoso in tutto il mondo, ed è uno dei simboli dello stile di vita italiano. E’ per altro utilizzato per fare molti cocktail famosi.
Killer in red ed è il nuovo e suggestivo cocktail Campari.
Svelato a giornalisti e bartender nel corso della presentazione della Campagna Campari Red Diaries, il cocktail dà anche il nome al cortometraggio firmato dal regista Paolo Sorrentino e interpretato da Clive Owen, due mostri sacri del cinema che si sono detti entusiasti di lavorare col brand italiano. Se vi state chiedendo come si prepara il Campari Killer in red, vi svelero´ la ricetta
INGREDIENTI
- 2,25 cl di Campari,
- 2,25 cl di Vermouth Bianco
- 1,5 cl di Grand Marnier,
- 2,25 cl di Chamomile Gin,
- una goccia di essenza di rose.
L’aperitivo oggi: l’happy hourSe nei bar di paese o di quartiere ci si imbatte ancora in persone che fanno l’aperitivo “alla vecchia maniera”, che consiste in un vermouth da bere al volo prima di andare a pranzo, negli ultimi decenni si è diffuso moltissimo l’aperitivo versione “happy hour” che è qualcosa di decisamente diverso.
Questo tipo di aperitivo ha cominciato a prender piede a partire da Milano negli anni ’80-’90, riprendendo il concetto di happy hour americano, per poi dilagare in tutta Italia.
Con l’happy hour il concetto di aperitivo cambia ancora una volta: idealmente dovrebbe svolgersi tra l’uscita dall’ufficio e la cena, ma spesso e volentieri la fascia oraria dell’aperitivo si dilata e va a soppiantare la cena. Anche per questo l’abitudine dell’happy hour può essere almeno in parte paragonata alla tradizione delle tapas spagnole, la quale prevede però una modalità più itinerante, da un bar all’altro.
La lista di bevande da aperitivo si allunga includendo parecchi cocktail, tra i quali uno dei più amati è il sempre italianissimo Aperol Spritz (evoluzione dello “Spritz”, tipico del nord-est).
Oltre ai cocktail si consumano abitualmente anche birre chiare, e qualcuno rimane fedele ai vari Martini dry o Campari.
Al fianco delle bevande il cibo acquista una sempre maggiore importanza, tanto che ad oggi moltissimi locali propongono la cosidetta “apericena” (termine odiato da alcuni, ma che rende bene il concetto). A disposizione dei clienti si mette un ricco buffet di stuzzichini anche piuttosto sostanziosi, che possono tranquillamente sostituire la cena a fronte di una spesa contenuta.
Ad oggi l’aperitivo è un contesto sociale amatissimo e diffusissimo in Italia: meno impegnativo (anche economicamente) di una cena, ci permette di rilassarci e stare in compagnia, vedere gli amici e perchè no – uscire con quel corteggiatore col quale ancora non ce la sentiamo di andare a cena fuori.
Vediamo esempi di stuzzichi per aperitivo
qui e’ molto importante avere la fantasia di preparare gli stuzzichini
Campari con Seltz (Come si serve a Milano)
-8 cl Bitter Campari (Il Campari va tenuto nel frizer)
-Selz
In un bicchiere ghiacciato mettere il Bitter Campari e aggiungere il Seltz
Negroni
-3 cl Gin
-3 cl Martini Rosso
3 cl Bitter Campari
-1 Fettina di Arancia
Versare direttamente nel bicchiere Old Fashioned colmo di ghiaccio cristallino tutti gli ingredienti . Aggiungere la fettina di arancia e mescolare delicatamente
Negrosky
-3 cl Wodka
-3 cl Martini Rosso
-3 cl Bitter Campari
-1 Fettina di Arancia
Versare direttamente nel bicchiere Old Fashioned colmo di ghiaccio cristallino tutti gli ingredienti . Aggiungere la fettina di arancia e mescolare delicatamente
Negroni Sbagliato
-4 cl Bitter Campari
-4 cl Martini Rosso
-Prosecco
-1 fetta di arancia
Versare direttamente nel bicchiere Highball colmo di ghiaccio cristallino “ Bitter Campari e Martini Rosso” e riempire con Prosecco
Aperol Spritz
-6 cl Aperol
-4 cl Prosecco
-Seltz
-1 Fettina di arancia
Versare direttamente nel bicchiere Old Fashioned colmo di ghiaccio cristallino tutti gli ingredienti “Aperol e Prosecco e Selz . Aggiungere la fettina di arancia.
Spritz (Ricetta Venezia -Venice Recipe)
-4 cl Bitter Campari
-4 cl Prosecco
-4 cl Acqua Minerale
– 1Fettina di arancia
Versare direttamente nel bicchiere Old Fashioned colmo di ghiaccio cristallino tutti gli ingredienti “Bitter Campari – Prosecco e Acqua Minerale” . Aggiungere la fettina di arancia.
Manhattan
-5 cl Rye Whiskey
-3 cl Martini Rosso
-Alcune gocce di Agostura Bitter Riempire a meta il “mixing glass” di ghiaccio aromatizzato con alcune gogge di Angostura Bitter , aggiungere gli altri 2 ingredienti e mescolare delicatamente e servire filtrando in Coppetta Cocktail ben fredda.
Decorare con ciliegina rossa.
Ormai anche gli italiani hanno imparato ad apprezzare la tipicità spagnola, ma con i nomi facciamo ancora confusione: ecco una guida per svuotare la mente
Il cibo di strada e l’aperitivo non sono tradizioni culinarie solo italiane.
Certo, “Gli italiani lo fanno meglio” come si dice, ma tutti conoscono le tapas, una specialità che genericamente riconduciamo alla Spagna e ai suoi tipici stuzzichini. Ma cosa sono davvero le tapas e in cosa si differenziano da pinchos, montaditos e bocadillos? Ecco un devooso viaggio chiarificatore nel mondo dello street food spagnolo
Le Tapas
Tapas è il nome generico con cui si definiscono i piccoli spuntini serviti nei bar spagnoli, degli antipasti che accompagnano il drink. Il termine nasce in Andalusia nell’Ottocento e si riferisce all’usanza di coprire (tapar in spagnolo) il bicchiere di vino o sherry nelle locande con un pezzo di pane o di prosciutto per evitare che vi entrassero insetti o sporcizia.
Tradizione popolare sdoganata un bel giorno dal Re Alfonso XIII (1886 – 1941) che in viaggio verso Cadice si fermò in una taverna a riposare. Una folata di vento rischiò di riempire di sabbia il suo bicchiere di vino e allora prontamente il cameriere fece ciò che da sempre facevano gli avventori: una fettina di prosciutto sul bicchiere e via.
Oggi sono dei mini concentrati di cucina mediterranea con prosciutto, formaggio e olive ma anche polpo e calamari fritti, o ancora tortilla de patatas: i giovani spagnoli soprattutto nei fine settimana amano ir de tapas o fare il ¨tapeo¨, ovvero girare di locale in locale assaggiando di volta in volta delle tapas diverse.
I pinchos
Sempre di piccole porzioni di cibo si tratta, ma non ditelo ai fierissimi baschi: i pinchos rispetto alle tapas sono tutta un’altra cosa.
Tipici appunto del nord della Spagna (Cantabria, La Rioja, Paesi Baschi, Navarra, Castiglia e León), i pinchos (o pintxos) sono stuzzichini, tartine, spiedini caratterizzati dalla presenza di uno stuzzicadenti che “pincha” insieme i vari ingredienti.
In alcuni bar è rimasta tuttora la consuetudine di far pagare il conto proprio in base al numero di stuzzicadenti rimasti nel piatto al termine dell’aperitivo.
Oggigiorno però lo stuzzicadente non lo si trova sempre, ma quello che resta il tratto più caratteristico dei pinchos rimane e cioè la loro accuratezza: preparare un pincho è una vera e propria arte, una ricetta in miniatura che deve stupire anche per la sua perfezione estetica.
Montaditos e bocadillos
Una “tapa che si evolve” è il montadito, che da semplice tartina (del cibo “montato”, adagiato su una fetta di pane) è divenuto un piccolo panino imbottito, di solito rotondo.
Un bocconcino con hamburger, prosciutti, frittate, funghi, formaggi, salsine varie che quando “cresce” si trasforma in un bocadillo – ovvero un panino imbottito – anche questo un must degli aperitivi spagnoli. Impossibile, se si passa dalle parti di Madrid, non assaggiare il bocadillo ai calamares fritti.
I cichéti, le tapas veneziane
Dicevamo che “gli italiani lo fanno meglio”, anche le tapas. Meglio non si sa ma prima di sicuro dato che la tradizione dei cichéti esiste a Venezia da prima di quella delle tapas spagnole.
Il dialettale di “cicchetto” (dal latino ciccus, “piccola quantità”) per indicare tartine e stuzzichini prevalentemente a base di pesce serviti nelle osterie tradizionali dette bacari: crostini di baccalà mantecato, alici marinate, polipetti in umido ma anche specialità fritte come le sarde in saor.
E all’usanza dello ir de tapas i veneziani rispondono in dialetto con il loro andar a cicheti. Ma che si chiamino pinchos, montaditos, bocadillos o cicheti, a superare ogni barriera e ogni campanilismo, ad unire i popoli di assaggiatori c’è una sola grande goduria: mangiare con le mani.
VINI
Conoscere ed aprezzare I vini e’ una cosa stupenda ma la prima cosa da imparare cosa e’ il vino.
Il vino è il prodotto della fermentazione alcolica, in presenza o in assenza di vinacce, che viene operata dai lieviti (presenti sulla buccia dell’acino).
Il succo contenuto nell’acino si trasforma da liquido zuccherino a liquido alcolico tramite delle reazioni chimiche dove I lievi trasformano gli zuccheri in Alcool , vedere una persona che inclina il bicchiere lo fa roteare e assaggia il vino e non sa cosa e’ il vino, capite che e’ una cosa assurda.
vino è una nuova concezione di aperitivo
Caratteristiche di un vino per aperitivo
Il vino da proporre come aperitivo può essere bianco, rosso, fermo o frizzante. L’importante è che non sia troppo strutturato da rendersi pesante alla beva. Il frizzante si rende molto gradevole in quanto contribuisce alla pulizia delle papille gustative, in attesa del boccone successivo.
Il bianco, in generale, è adatto in estate in località balneari. I suoi sentori fruttati e floreali ravvivano il palato, a patto che sia servito alla temperatura giusta. Il bianco va tenuto in frigo anche a temperatura leggermente più bassa tenendo conto che il caldo tenderà a farla innalzare.
I vini rossi leggeri sono più adatti in autunno ed inverno in città. L’aria diventa più fresca e il vino rosso conferisce una piacevole sensazione di calore.
Prosecco, il tradizionale vino per aperitivo
Il Prosecco è il vino per aperitivo d’eccellenza. La sua leggera struttura e le bollicine lo rendono abbinabile a molte delle sfiziosità offerte dai wine-bar.
Molto spesso, però, c’è un po’ di confusione a riguardo.
Viene chiamato Prosecco qualunque vino frizzante proposto come aperitivo. In realtà, Prosecco si riferisce esclusivamente al vino prodotto nel Veneto e che viene commercializzato con le denominazioni proprie del territorio di appartenenza.
La versione più adatta è lo spumante extra-dry in cui il residuo zuccherino è maggiore e si rende quindi meno spigoloso vista la semplicità di preparazione degli stuzzichini.
Il Prosecco spago, vino frizzante non è ideale, in quanto le bollicine sono più grossolane e si adatta bene ad un piatto di preparazione più complessa. In Veneto, il Prosecco si abbina ancora a pochi stuzzichini come piacevole pausa.
Aperitivo con vino bianco, fresche intense emozioni
In estate, nelle località balneari, il vino bianco fermo è molto diffuso come aperitivo. I wine-bar propongono abbinamenti che richiamano le verdure di stagione, il mare e altre tipicità estive.
Il vino bianco per aperitivo deve essere fresco, fruttato e giovane. Fresco, inteso come corredato da una buona acidità che rinvigorisce il palato. Un’insalata di polipo o di pasta fredda, formaggi freschi, tartine con salsa tonnata e verdure in pastella possono essere il giusto abbinamento.
Vino rosso per aperitivo
La varietà dei vini come aperitivo spazia all’infinito. La parola d’ordine è sicuramente leggero e fruttato, con alcol contenuto. Se si gradisce frizzante si può optare per un Lambrusco o una Bonarda dell’Oltrepò Pavese. Per chi predilige il vino rosso fermo il Bardolino, il Merlot, il Montelpulciano, un Sangiovese di Romagna sono alcuni esempi di vini che potrebbero essere piacevoli come aperitivo.
Novello, piacevole vino per aperitivo autunnale
Il Novello, negli ultimi anni,(in Italia) è diventato il vero protagonista autunnale in ambito enogastronomico.
Si attende la fine di ottobre per stappare questo leggero e fruttato vino.
Non va, ovviamente, confuso col vino nuovo. Esso ha una diversa vinificazione rispetto al vino tradizionalmente inteso. L’idea però di assaggiare questa novità del periodo appassiona giovani e meno giovani.
La sua leggera struttura lo rende facilmente abbinabile a salumi e formaggi di media stagionatura. Con le castagne rappresenta un piacevole intermezzo anche nel pomeriggio. I profumi fruttati e l’alcol contenuto consentono di farne l’aperitivo tipico autunnale, soprattutto in città.
I MIGLIORI VINI DA APERITIVO
L’Aperitivo (o “happy-hour”) non è solo un momento di chiacchiere e relax dopo lavoro che precede la cena, ma è una sorta di “quasi-pasto” che coinvolge sempre più wine lovers.
Fra i migliori vini da aperitivo troviamo stuzzicanti vini spumante, come l’intramontabile Prosecco o Franciacorta e Trento doc per i più chic. Per gli amanti dei vini bianchi, freschi fruttati o floreali, il Gewürztraminer regna sovrano, seguito dagli internazionali Chardonnay e Sauvignon, dai vitigni autoctoni della Sicilia come il Grillo o l’Insolia e vini più minerali come il Greco di Tufo e Falanghina.
Se sei un grande sostenitore di vino rosso anche all’aperitivo, ma senza appesantirti troppo, ti suggeriamo vini rossi leggeri e di facile beva, come Sangiovese, Barbera, Lagrein, Pinot Nero, Cirò Rosso.
Se sei alle prese con un aperitivo “meditativo” per scacciare stress e pensieri, puoi stappare anche una bottiglia di Amarone della Valpolicella, Brunello di Montalcino o Barolo, ma ricorda che sono vini più complessi che hanno bisogno di più tempo per aprirsi bene al naso e al gusto ed è consigliabile abbinarli a piatti sostanziosi. Nell’indecisione, opta per un vino rosato: un’ottima soluzione per mettere d’accordo bianchisti e rossisti seduti allo stesso tavolo.
I gusti per il vino da Aperitivo ,in Italia , tendono molto a variare sopratutto a seconda della zona in cui ci troviamo
Nel sud Italia la scelta del vino ricade spesso sui vini giovani con profumi di fieno e molto asciutti, soprattutto se l’aperitivo è a base di pesce.
Nel centro Italia, invece, ad accompagnare l’aperitivo toscano, laziale ed emiliano, la scelta ricadrà su un vino rosso armonico e vellutato.
Al nord, la selezione non è meno vasta, anche se, più del resto d’Italia, è quasi sempre il Bianco a farla da padrone.
In Piemonte il più quotato è un vino delicato, fresco e con un sentore erbaceo, mentre un bianco dal sapore carico e fruttato è il preferito dai Friulani.
Per la loro peculiarità di essere vini con profumi poco invasivi, la scelta per l’aperitivo in Veneto ricade sui poco alcolici Soave, Bardolino, Lugana e Custoza.
La nostra Penisola offre una selezione di vini vari e sempre prelibati, ma elencarli tutti sarebbe impossibile.
Proprio come ogni persona ha il suo gusto per la scelta del vino adatto all’aperitivo, così ogni regione, o luogo, ha la sua offerta
Come la selezione di vini di Domìni Veneti. Che dalla terra veneta della Valpolicella, arriva sulle tavole degli amanti di tutta Italia.
Anche per Domìni Veneti, infatti, l’aperitivo è un momento importante, e proprio per questo abbiamo deciso di dare vita alla Collezione Aperitivo Time, in cui si trovano il Lugana DOC e il Raudii Garganega Chardonnay IGT.
Il Lugana DOC è un vino secco, particolarmente adatto per l’aperitivo a base di pesce. Color giallo paglierino tenue, i profumi sono per lo più floreali con un leggero sentore di mandorle, che nel gusto si presenta fresco e agrumato. È un vino classico, ideale per un’occasione importante e con tutti i tipi di pasti leggeri.
Il Lugana è un bianco adatto per accompagnare ricette gustose e ricercate come, ad esempio,gli involtini di sogliola e prosciutto crudo per un aperitivo o primi piatti a base di salmone, che non alterano il gusto di questo vino, ma piuttosto lo esaltano.
Il Raudii Garganega Chardonnay IGT è invece un vino armonico e dai sentori fruttati. Se optate per un aperitivo a base di verdura e pesce, questo bianco dal retrogusto finemente amaro fa al caso vostro.
Un consiglio? Provate ad abbinare al Raudii un risotto con taleggio, pere e noci, oppure crema di asparagi, spinaci e gamberetti. Il loro sapore deciso si sposerà alla perfezione con i profumi di questo bianco.
La presenza del vino a tavola, in modo particolare nei paesi in cui la cultura enologica ha radici antiche, come l’Italia, la Francia e la Spagna, è una caratteristica che da secoli accompagna i pasti dell’uomo, da sempre ha avuto un’importanza fondamentale e un’attenzione scrupolosa.
Ovunque fosse presente vino si tentava immancabilmente di stabilirne il migliore abbinamento con il cibo, in passato, al servizio dei nobili, venivano impiegati veri e propri esperti che avevano appunto il “delicato” compito di allietare e deliziare il palato dei loro padroni proponendo i vini più adatti, e migliori, con i loro pasti.
Anche nelle classi meno abbienti si tentava di fare, più o meno, la stessa cosa, tuttavia la scarsa disponibilità sia di mezzi economici, sia pratici, non consentivano di disporre di una vasta scelta di vini da potere abbinare ai pasti, pertanto ci si accontentava di quello che il luogo aveva da offrire, sia nel bicchiere, sia nel piatto, cercando, per quanto possibile, di adattare l’uno e l’altro in modo da poterli felicemente abbinare.
Oggi le cose sono notevolmente cambiate, il progresso dei mercati e dei mezzi di trasporto consentono di potere acquistare e apprezzare prodotti, e quindi vini, provenienti da luoghi anche molto distanti da quello in cui si vive: oggi è piuttosto frequente reperire un vino Australiano o Neozelandese in Italia o in Francia, tanto per fare un esempio.
Questa nuova opportunità ha consentito di esplorare nuovi orizzonti anche nell’ambito dell’enogastronomia in quanto, avendo una maggiore possibilità di scelta nei vini, rende più flessibile e più versatile l’abbinamento cibo/vino.
Essendo l’argomento dell’abbinamento enogastronomico piuttosto vasto e complesso, lo trattero´ prossimamente .
Epperò…
Epperò…
Articolo fantastico e Ben dettagliato…..cenni storici azzeccatissimi e di facile lettura….complimenti
Great article! Campari is one of my favorite liqueurs