Young to young 2019 anche quest’anno si è rivelato un mio appuntamento irrinunciabile di Vinitaly, un’ occasione per conoscere storie inedite e affascinanti.
CADUFERRA’ – Liguria
Il primo a raccontarsi è Davide Zoppi; inizia la sua storia dicendoci che è un laureato in giurisprudenza, di 32 anni; giovane sì, ma non appena inizia il racconto si capisce subito che ha idee molto chiare! Figlio di Aida e Antonio (un ex imprenditore edile ed una ex commerciante), lo scorso anno la mamma gli dona l’azienda agricola CaDuFerrà. L’azienda si compone di soli 4 ettari, a 400 mt sul livello del mare, suddivisi in 4 comuni liguri (Bonassola, Levanto e i due bellissimi borghi delle Cinque Terre Vernazza e Riomaggiore). Ci dice che nei suoi vigneti vi è una grande escursione termica tra il giorno e la notte e che da qui nascono vini freschi, ampi e profumati.
I vigneti si affacciano direttamente a picco sul mare Mediterraneo; chi l’ha visitata racconta che è una bellissima oasi ecoambientale, un posto del cuore. Non fatichiamo a credergli: da 7 anni l’azienda ha avviato la certificazione biologica, applica il sovescio e la concimazione naturale. In vigna sono presenti 300.000 api, che convivono pacificamente tra piante di more e lamponi biologiche allevate a controspalliera, come un vigneto e direttamente nel vigneto.
Negli ultimi anni è stato grande l’impegno della famiglia Zoppi per effettuare un importante recupero territoriale; sono stati ripristinati i muretti a secco tradizionali della zona e reimpiantate a nuovo più di 10.000 barbatelle, ridonando bellezza assoluta a quelle terre, che nel tempo erano diventati incolti.
Davide, grazie a importanti collaborazioni universitarie, sta recuperando un vitigno prefilossera con oltre 600 anni di storia, il ruzzese, che in passato serviva per fare lo Sciacchetrà tradizionale. Oggi nella sua azienda ne dimorano circa 1.500 barbatelle, di pochi anni di vita.
LUCCICANTE Vermentino dop 2018, un vino che ci sorprende, per un sacco di motivi. Per prima cosa il colore, un inedito bianco carta; nel bicchiere lascia lacrime importanti e dense, segno di una buona alcolicità (13 gradi). Al naso lascia intuire che non è un vino semplice, tutt’altro; è complesso, con note di spremuta e bucce d’arancia e mandarino, note di erbe officinali, balsamiche; fine e persistente, ci ricorda la finezza del sauvignon. In bocca le promesse vengono tutte mantenute; è presente un’ampia e diffusa acidità che sostiene la persistenza gustativa, il finale è ampio e sapido.
Infine il suo nome, che deriva dal luccichio della luce del sole che si infrange sul mare calmo, a mezzogiorno. Una poesia!
Il suo costo? 14 euro, franco cantina.
CORVEE – Val Di Cembra
Mauro si racconta e ci racconta di Corvée, cooperativa della Val Di Cembra, al suo primo Vinitaly.
Il progetto vuole essere un omaggio alle generazioni che li hanno preceduti e che, grazie alle corvee (giornate di lavoro gratuito che il vasallo solitamente destinava al lavoro delle terre del proprio padrone), hanno creato e lasciato a tutti noi i bellissimi terrazzamenti che caratterizzano la fiabesca Val di Cembra, entrati anche a far parte del patrimonio UNESCO. Qui si trovano i 14 ettari delle vigne dei soci che hanno dato vita a Corvée, un progetto di sostenibilità in una doc, quella del Trentino, con potenzialità ancora inespresse.
VIACH Muller Thurgau 2017: questo vino è un cru, che porta il toponimo della vigna da cui proviene, a 650 metri slm, da terreni sabbiosi con un sottofondo di roccia viva e dura. Il cru è un conferimento di Diego Serafin alla cooperativa. Ha un colore giallo paglierino scarico, luminoso e brillante nel calice. All’olfatto sa di montagna, di fiori ed erbe, di pino; chiude con una nota minerale che ci aspettiamo potente in bocca e che, infatti ,ritroviamo. Al palato il vino è una spada, con una acidità profonda, e termina anch’esso con una interessante sapidità. E anche lui costa 14 euro, franco cantina.
Un vino caratterizzato da un’aromaticità molto fine e delicata, tipica del muller thurgau coltivato a 600 mt (sotto quell’altezza, infatti, il vitigno non è adatto a produrre vini di qualità).
PADELLETTI – Montalcino
E infine Silvano Carducci, che rappresenta la 27esima generazione della storica azienda toscana Padelletti, produttori di vini a Montalcino fin dal 1571.
“I Padelletti rappresentano una delle più antiche famiglie della città di Montalcino e, nel corso delle varie generazioni che si sono succedute, hanno svolto qui ed altrove professioni liberali, come medici, avvocati, giudici, professori universitari. Ma, anche se chiamati ad incarichi in altre città o in altre nazioni, sempre un membro della famiglia è rimasto nella città natale per occuparsi delle proprietà terriere della famiglia”.
Anche i genitori di Silvano svolgevano altre attività e, come da tradizione, gestivano la vigna nei ritagli di tempo. Solo nel 2002 la mamma, una volta andata in pensione, prende in mano l’azienda e, da qualche anno, ha deciso di assegnare la parte tecnica a Silvano.
L’azienda produce 20.000 bottiglie l’anno suddivise,a seconda dell’andamento della vendemmia, in Rosso, Brunello e Brunello Riserva.
Il vino che ci porta oggi è un grande regalo!
BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA 2012: nel calice mostra uno splendido colore rubino, dalle note profonde ma anche trasparenti. Al naso è un’esplosione di frutta intensa, (ciliegia e prugna), con note di fiori essiccati e cenni di sentori terziari di spezie e cioccolato. Al palato denota la presenza di tannini non ancora totalmente espressi, ma è caldo e profondo; un Brunello di Montalcino genuino, per niente costruito. La sua maturazione avviene in botti di rovere di Slavonia, mai nuove (quindi il passaggio è molto soft), ma fa anche un piccolo passaggio in botte piccola.
Ha un costo di 70 euro, vendita diretta in cantina.
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